- Il deputato Ars del M5S contrario al Ponte di Messina
- Secondo Zito ci sono altre priorità
- Bordate al Governo Draghi
“In questo momento tra autorizzazioni alle trivellazioni, il Sì al ponte, il ritorno ai vitalizi per i condannati mi sembra più l’attuazione di un programma di centrodestra piuttosto che un’azione di ripresa del paese fatta dai “migliori” e questo diventa ogni giorno sempre più inaccettabile. Basta piroette, dobbiamo dare una direzione di futuro chiara”. Lo afferma il deputato regionale del M5S, Stefano Zito, che, intervenendo sul dibattito per la costruzione del Ponte di Messina, bacchetta l’azione del Governo Draghi, sostenuto dagli stessi grillini
“Il Ponte non prioritario”
Il parlamentare regionale sostiene che il M5S non è stato mai contrario, in modo pregiudizievole contro il Ponte di Messina, affermando, però, che in Sicilia ci sono altre priorità. ” Basta vedere il livello infrastrutturale – argomenta Stefano Zito – della nostra regione. Agrigento e Ragusa non hanno 1 cm di autostrada, le linee ferroviarie sono vecchie e, nei tratti più importanti, senza un raddoppio. Alcune strade provinciali sono quasi trazzere e alcune strade comunali delle frazioni e delle periferie sono un colabrodo. Le scuole cadono a pezzi, i nostri impianti sportivi sono insufficienti e mal messi, alcuni ospedali sono piccoli e obsoleti. In uno scenario come questo non si può parlare di ponte”.
“Tra 10 o 15 anni”
“Prima o poi un collegamento stabile con la Calabria si potrebbe iniziare a programmare (forse già tra 10 o 15 anni) ma dopo aver modernizzato la Sicilia risolvendo almeno le emergenze” dice Stefano Zito.
Troppi soldi per una sola opera
“Inoltre, in un momento storico – aggiunge il parlamentare regionale del M5S – come questo, con una crisi economica senza precedenti, concentrare tantissime risorse su una sola opera secondo me non aiuterà la ripartenza. Risolvere i tanti problemi, anche piccoli, non solo darà risposte più immediate a tutte le province siciliane ma porterà una distribuzione delle somme più capillare dando la possibilità anche alle imprese locali e ai nostri artigiani di poter lavorare. Ripartiamo dalle piccole cose per ricostruire questo paese”.
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