“La Regione siciliana farà la propria parte accanto al governo nel mettere in atto tutte quelle misure e iniziative volte ad agevolare e garantire la sopravvivenza dell’impianto e i livelli occupazionali a rischio”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, commentando il decreto legge adottato ieri sera in Consiglio dei ministri che si fatto salva le raffinerie Isab Lukoil di Priolo.
Il provvedimento si traduce con un’amministrazione fiduciaria dello Stato per un periodo di 12 mesi, prorogabile per un altro altro anno, che consentirà allo stabilimento di proseguire la produzione ma con il petrolio acquistato da altri paesi e non più dalla Russia, visto che dal 5 dicembre scatterà l’embargo alle importazioni di grezzo.
“Al Governo nazionale e al ministro Adolfo Urso, in particolare, desidero esprimere – ha detto il presidente della Regione siciliana – il mio apprezzamento e plauso per la pronta soluzione adottata con il decreto che di fatto salva la Lukoil. Desidero dare atto al ministro Urso e alla compagine governativa di aver profuso ogni sforzo e di avere mantenuto gli impegni nella direzione della salvaguardia dell’importante polo industriale e soprattutto dei posti di lavoro”
“Un intervento tempestivo e deciso che tutela l’interesse nazionale e mette in sicurezza un asset strategico per l’economia siciliana e nazionale” così Nino Minardo, presidente della Commissione difesa della Camera ha commentato il decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei Ministri che prevede un commissario, l’esercizio del golden power e fondi per salvare l’Isab-Lukoil di Priolo.
“Il decreto legge approvato dal Cdm – spiega Minardo – oltre a salvare Isab-Lukoil mette in sostanziale sicurezza l’intero petrolchimico di Priolo ed evita un disastro occupazionale senza precedenti. Adesso però è importante non abbassare l’attenzione sul petrolchimico, la messa in sicurezza deve essere la premessa necessaria ad una nuova strategia di rilancio e sviluppo” conclude.
“Siamo soddisfatti per il salvataggio di Lukoil, deliberato ieri con decreto dal Consiglio dei Ministri. È un importante risultato non solo per lo stabilimento di Priolo ma per tutto il territorio, la cui economia è strettamente connessa alla produttività dell’impianto petrolchimico”. A dirlo sono Stefano Trimboli e Alessandro Tripoli, rispettivamente segretario generale Femca Cisl Sicilia e segretario generale Femca Cisl Ragusa Siracusa. “Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani da un lato e l’esecutivo nazionale – dichiarano Trimboli e Tripoli – aprano un percorso di dialogo e collaborazione con le parti sociali per il futuro dell’industria in Sicilia”.
“E’ un provvedimento che mette in sicurezza i 10 mila posti di lavoro dell’intero comparto del Petrolchimico ma questo non salva il settore. Adesso servono investimenti che vuol dire mettere finalmente in primo piano una infrastruttura importantissima, non solo per il Siracusano ma per l’intera Sicilia e l’Italia” dichiara Luisella Monti, segretaria generale della Uil Sicilia.
“L’interesse nazionale poteva essere tutelato ricorrendo ad una deroga alle sanzioni come hanno fatto altri paesi europei. Purtroppo si è scelta la strada di una discutibile nazionalizzazione sostanziale” lo afferma l’eurodeputata indipendente Francesca Donato.
“Purtroppo – continua Donato – temo che la scelta del Governo segua la linea imposta dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che porta alla ‘legalizzazione’ dell’espropriazione dei beni russi in Europa”.
“La raffineria di Priolo Gargallo è salva. Il Consiglio dei Ministri ha disposto l’amministrazione temporanea dell’impianto per un anno”: lo afferma il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia, Giorgio Mulè. Il parlamentare azzurro prosegue: “La svolta è arrivata alla fine di un lungo percorso fatto di impegno costante ed attento, con il Governo che ha dato seguito a un ordine del giorno mio e dell’onorevole Russo che segnava la strada per risolvere la questione”.
“Lo scioglimento del nodo della raffineria russa Lukoil nel petrolchimico di Priolo, conferma la risolutezza del Governo Meloni nell’affrontare le questioni dello sviluppo e dell’occupazione. Un lavoro di squadra condotto egregiamente e in assoluta sinergia dal ministro Adolfo Urso con il Premier Giorgia Meloni che ha fruttato un concreto successo” dice il senatore e coordinatore per la Sicilia orientale di Fratelli d’Italia Salvo Pogliese
“Domenica a Catania, con il governatore Schifani e l’assessore Falcone, incontreremo il ministro del Mimit, Adolfo Urso, per continuare a lavorare su questo importante e delicato problema, che coinvolge numerose famiglie siciliane. Una vicenda che sta a cuore al presidente della Regione e a tutta la Giunta. Siamo costantemente al lavoro con Roma per evitare la “bomba sociale” che la chiusura dello stabilimento provocherebbe sul territorio”. Lo afferma l’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo.
Superata la crisi, per Spada è tempo di pensare al futuro del polo petrolchimico siracusano: “Adesso occorre rilanciare il triangolo industriale mettendo nelle condizioni le imprese che insistono al suo interno di svilupparsi e creare nuovi posti di lavoro” dice Tiziano Spada, deputato regionale del Pd.
“Suona ora grottesco il tentativo di prendersi il merito della soluzione, mentre gli spetta solo il demerito della precedente inattività”. Lo dice il commissario cittadino di Forza Italia Siracusa, Gianmarco Vaccarisi, in merito alle parole del senatore del Pd, Antonio Nicita, firmatario dell’emendamento che chiedeva l’amministrazione fiduciaria della Lukoil. “Il problema Lukoil ha visto del tutto – dice assente il parlamentare del Pd eletto nel nostro territorio nella passata legislatura, e stride oggi vedere che anziché esprimere un plauso verso il governo Meloni, esponenti del partito provano a “vendersi“ l’interventismo del governo come un proprio successo”.
“Finalmente Roma ha battuto un colpo riconoscendo agli impianti Isab – Lukoil e a tutta l’area industriale di
Siracusa la centralità e la strategicità che meritano”. A dirlo è Filippo Scerra, parlamentare nazionale del
Movimento 5 Stelle. “Già con il governo Draghi – ricorda il parlamentare – avevamo chiesto di valutare una serie di interventi per scongiurare la situazione che si è venuta a creare, operando in maniera simile a quanto avvenne nel 2011 in occasione della crisi libica con Tamoil Italia.”