Sembra insanabile la frattura tra i sindacati della Polizia penitenziaria e la direzione della struttura di Augusta. Al centro dello scontro, i provvedimenti disciplinari ai danni degli agenti in servizio, come denunciato dal coordinatore della Cgil, Giuseppe Argentino.
In realtà, un caso era emerso nei mesi scorsi, quello del dirigente nazionale del Sappe, Sebastiano Bongiovanni, destinatario di una sanzione disciplinare, a seguito di una serie di denunce agli organi di informazione sulla gestione del penitenziario e su altre vicende, tra cui la morte di due detenuti, a causa di un prolungato sciopero della fame. Il giudice del lavoro ha dato ragione al sindacalista, condannando il Dap e la a casa di reclusione di Augusta per condotta antisindacale.
Il responsabile della Cgil svela un altro episodio per testimoniare un modus operandi che sta erodendo il rapporto tra gli agenti e l’amministrazione. “Un assistente capo – dice Argentino – fu sospeso dal servizio nell’aprile del 2022 per fatti non penalmente rilevabili e destituito nel gennaio del 2023. Con sentenza del Cga di Palermo, emessa il 16 ottobre, è stato reintegrato in servizio”.
Per la Cgil, vi sono responsabilità precise da parte dell’amministrazione e del comandante. “La gestione autoritaria – dice Argentino, coordinatore della Cgil della Polizia penitenziaria – adottata dai vertici della casa di reclusione di Augusta ha finito per disgregare l’essenza stessa dal Corpo tant’è che il personale sta vivendo un momento di smarrimento”.
“Non per niente, in questi anni la Cgil, insieme ad altre organizzazioni sindacali, ha chiesto l’avvicendamento del comandante e del direttore. Da anni assistiamo ad una guerra intestina tra la dirigenza, le organizzazioni sindacali ed il personale. Cosa meno nota – aggiunge Giuseppe Argentino – è che un esponente della dirigenza ha ricevuto delle querele depositate presso il Tribunale di Siracusa”