“La Corte di Appello di Catania, ha condannato l’Inps a riconoscere la rivalutazione contributiva di Francesco Castorina, uno dei tanti lavoratori del Petrolchimico di Priolo-Augusta esposti alle fibre di amianto“. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale amianto che ha seguito la vicenda di Castorina, originario di Catania ma residente ad Augusta, che, per 35 anni, ha lavorato come addetto alla manutenzione in uno stabilimento del polo petrolchimico di Priolo-Augusta.
In quel periodo, come ricorda l’associazione, l’amianto era un materiale comunemente utilizzato e veniva impiegato in varie parti degli impianti industriali. L’uomo aveva respirato le fibre killer aerodisperse nell’ambiente, senza per altro essere tutelato adeguatamente.
Ed è stata proprio la questione della durata dell’esposizione oltre il 1992, l’oggetto principale del braccio di ferro tra l’uomo e l’INPS perché l’operaio, dopo aver fatto richiesta del riconoscimento dei benefici pensionistici per l’esposizione all’amianto, negati dall’ente di previdenza, è andato poi in pensione con “Quota 100” percependo una rendita inferiore rispetto a quella a lui spettante.
Nel 2020, secondo quanto riferisce la stessa associazione, la sentenza di primo grado del Tribunale di Siracusa riconobbe il diritto di Castorina alla rivalutazione contributiva. Decisione contestata dall’Inps che ha presentato ricorso in Appello di Catania ed al termine del processo, i giudici hanno “condannato l’ente e confermato il diritto dell’operaio alla rivalutazione contributiva consentendogli di ottenere la compensazione economica che gli spettava per gli anni di lavoro a contatto con la “fibra killer” spiegano dall’Osservatorio nazionale amianto.
“Questa vittoria è il risultato di anni di impegno e dedizione nel difendere i diritti dei lavoratori esposti sul posto di lavoro – dichiara Ezio Bonanni, legale dell’operaio e Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto che sottolinea – “continueremo a lottare per garantire giustizia e equità per tutti i lavoratori che si trovano in situazioni simili. La nostra speranza è che questa sentenza possa servire da precedente importante per futuri casi simili, promuovendo una maggiore consapevolezza e tutela della salute e sicurezza sul lavoro”.
“Tutti i lavoratori che hanno prestato servizio presso il polo Petrolchimico dovrebbero vedere riconosciuti i benefici amianto, almeno quelli esposti fino al 2000. E’ assurdo dover ricorre alle vie legali, sottostare a lungaggini burocratiche, per ottenere giustizia” – aggiunge Castorina.