- Interrogatorio di garanzia per l’avvocato siciliano Piero Amara
- Coinvolto in una inchiesta per corruzione della Procura di Potenza
- Secondo i magistrati avrebbe organizzato un complotto per colpire l’Eni
Ha negato di aver corrotto l’ex procuratore di Trani, l’avvocato siciliano Piero Amara, coinvolto insieme al magistrato ed altre due persone, nell’inchiesta della Procura di Potenza per corruzione in atti giudiziari su vicende relative all’ex Ilva di Taranto ed all’Eni.
“Nessuna corruzione”
“Il quadro di Amara esclude l’addebito fatto dall’ordinanza di custodia cautelare, cioè un’attività da lui compiuta di concorso in corruzione di quel giudice”. Lo ha detto all’AGI l’avvocato Salvino Mondello, difensore di Piero Amara, il cui interrogatorio di garanzia è durato oltre due ore.
Pressioni per favorire Capristo al Csm
Per gli inquirenti, Amara e il poliziotto Filippo Paradiso, finito in carcere come l’avvocato siciliano, avevano messo in atto “un’incessante attività di raccomandazione, persuasione e sollecitazione” in favore del giudice Carlo Maria Capristo “su membri del Csm (da loro conosciuti direttamente o indirettamente) e su” persone “ritenute in grado di influire su questi ultimi” in occasione della pubblicazione di posti direttivi vacanti d’interesse” dello stesso Capristo, “fra cui la Procura generale di Firenze, la Procura della Repubblica di Taranto ed altri”.
L’accordo corruttivo” tra Capristo, che ha avuto l’obbligo di dimora, e Amara, per la Procura lucana, ha avuto origine nel 2014 ed è andato avanti, secondo gli investigatori, per anni. E’ uno dei passaggi contenuti nell’ordinanza del gip di Potenza, Antonello Amodeo.
Inoltre, per i magistrati Carlo Maria Capristo, quando era Procuratore a Trani, avrebbe accreditato presso l’Eni Amaracome “legale intraneo agli ambienti giudiziari tranesi in grado di interloquire direttamente con i vertici della Procura”.
Fascicoli per colpire l’AD Eni
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Capristo, quando era Procuratore di Trani, nonostante “la palese strumentalità”, si autoassegnava in co-delega con i sostituti Antonio Savasta e Alessandro Pesce procedimenti penali che scaturivano “da esposti anonimi” sull’Eni “redatti dallo stesso Amara” e “consegnati” direttamente allo stesso Capristo. Negli esposti veniva “prospettata la fantasiosa esistenza di un inesistente progetto” per far cadere Descalzi
“I miei rapporti con l’ex procuratore di Trani”
“Amara – ha spiegato il legale – ha ricostruito i rapporti con il procuratore Capistro e Paradiso nei termini in cui ha sempre fatto anche in altre sedi e presso altre autorità giudiziarie, di cui la Procura di Perugia non era a conoscenza legittimamente trattandosi di atti segretati – ha precisato l’avvocato – lui ha riferito quanto già detto con qualche ulteriore chiarimento fattuale”.
“Sono un collaboratore di giustizia”
Il difensore dell’indagato ha anche detto che Amara, pur non condividendo l’impianto accusatorio della Procura, ha ribadito la sua collaborazione con la giustizia”. “Ha precisato i fatti materiali, ricostruiti in parte in modo coincidente, in parte in modo diverso, ha fornito – dice all’AGI il legale – un quadro di ricostruzione che, per quanto lo riguarda, è diverso da quello che emerge dall’ordinanza di custodia cautelare”, ha aggiunto l’avvocato di Amara che è stato arrestato martedì per corruzione in atti giudiziari nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo lucano su vicende giudiziarie di Trani e dell’ex Ilva di Taranto.
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