I carabinieri di Noto hanno arrestato due uomini e una donna, rispettivamente di 58, 23 e 54 anni, accusati di detenzione abusiva di stupefacenti e munizioni.

Circa un kg di droga in casa

A seguito di perquisizione domiciliare, a Rosolini, sono stati rinvenuti circa 770 grammi di stupefacente tra cocaina, marijuana e hashish, oltre a materiale per il confezionamento e la pesatura, e due munizioni per pistola calibro 22.

Il nucleo familiare

Nell’abitazione di residenza dei due uomini e della donna, appartenenti allo stesso nucleo familiare, i militari hanno rinvenuto parte dello stupefacente in preparazione per il confezionamento sul piano cottura della cucina, oltre quello già preconfezionato in dosi.

Tutti in carcere

Dopo gli accertamenti, il 58enne ed il 23enne sono stati accompagnati nel carcere di Cavadonna di Siracusa mentre la donna è stata trasferita nel penitenziario femminile di Piazza Lanza di Catania, come disposto dall’Autorità giudiziaria.

La retata

Gli agenti della Squadra mobile di Siracusa hanno eseguito 4 fermi nei confronti di altrettante persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa e traffico di armi.

Misure emesse dal Gip di Catania

I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Catania su richiesta dei magistrati della Procura distrettuale antimafia di Catania.

Altri due arrestati

Nel corso dell’operazione, a seguito di alcune perquisizioni gli agenti di polizia hanno arrestato altri due soggetti, per detenzione di armi e droga, vicini al clan Borgata, di cui farebbero parte i 4 fermati. Le indagini hanno permesso di fare luce sulla riorganizzazione del gruppo mafioso Borgata. ritenuto clan satellite di Bottaro-Attanasio.

La retata di novembre

Appena 4 mesi fa, un’operazione, coordinata sempre dalla Dda di Catania ma condotta dai carabinieri, permise di eseguire 19 misure cautelari. L’inchiesta consentì di svelare la scalata del clan Borgata che, oltre a controllare le piazze di spaccio del loro quartiere, Santa Lucia, aveva allargato la gestione in altre zone, imponendosi, inoltre, come unico referente per il rifornimento di cocaina dalla Calabria attraverso azioni di fuoco e attentati dinamitardi e incendiari.

L’uso dei droni

Nel corso delle indagini, i carabinieri scoprirono che il gruppo, servendosi di droni, pilotati da remoto, avrebbe provato a far entrare droga e telefonini, nascosti in alimenti sottovuoto, nel carcere di Siracusa. Dagli accertamenti sono emersi anche episodi di violenza, tra cui pestaggi ai danni di chi non pagava l’acquisto degli stupefacenti, incendi di auto o attentati a colpi di fucile, come nel caso di un commerciante. Al termine delle perquisizioni furono sequestrati: circa 6 mila euro in contanti, oltre 7 kg di droga, perlopiù cocaina, circa 5 kg, e poi marijuana ed hashish, 9 armi, un drone e 4 cellulari criptati.

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