In coda, sotto il sole, con quasi 40 gradi, per pagare il biglietto ed entrare nella riserva di Vendicari. La protesta è stata vibrante questa mattina da parte dei bagnanti, imbufaliti non solo per il ticket da pagare ma anche per la sosta prolungata, con il rischio di sentirsi male per via delle temperature proibitive nella giornata di oggi. “Vergogna, vergogna” rivolgendosi al personale che era al botteghino per lo sbigliettamento. “Non è possibile una cosa del genere – ha raccontato un bagnante – siamo qui in fila, sotto il sole, praticamente assembrati. Ma è questo il modo di rendere sicure le spiagge? Prima, senza pagare, si scorreva senza alcun problema. Ora ci fanno pagare senza disporre di servizii, per non parlare del parcheggio, che dobbiamo pagare. Una vergogna infinita”.
In mattinata, l’ex parlamentare regionale, Enzo Vinciullo, ha attaccato duramente questa decisione della Regione di istituire un ticket di ingresso. “”L’ennesimo paradosso kafkiano in salsa siciliana, quindi, che vede – dice Vinciullo – i turisti costretti ad una tassazione illegittima, pur non potendo usufruire dei servizi essenziali richiamati dallo stesso decreto, in quanto notoriamente sono inesistenti. Ecco come il Governo regionale aiuta il turismo in Sicilia. Questo provvedimento, che sicuramente ha l’obiettivo di ingrassare le casse regionali, certamente non raggiungerà mai l’obiettivo sperato. L’unico obiettivo che raggiungerà – ha proseguito Vinciullo – è quello di creare un ulteriore danno all’immagine della Sicilia e del Sud Est, in questo caso, perché il turista, abituato nei Paesi d’origine a pagare una tassa per avere in cambio dei servizi, non capirà mai il motivo di questo prelievo forzoso da parte della Regione e resterà quindi indelebile nel ricordo del visitatore l’immagine di una terra, la Nostra, che disattende le aspettative e non garantisce dei servizi in cambio di un prezzo imposto e riscosso”.
Ieri, a sollevare la polemica era stata Italia Viva che ha annunciato una interrogazione parlamentare del deputato siracusano Giovanni Cafeo.
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