Ha suscitato clamore il caso della casa contesa a Siracusa, emerso nel corso della trasmissione Fuori dal coro andata in onda nei giorni scorsi su Rete 4.
Nella puntata, la redazione giornalistica ha raccolto la testimonianza di una donna, originaria di Avellino, che ha assicurato di aver acquistato, insieme al compagno, nel luglio del 2022, un immobile in via Eolo, in Ortigia, con tanto di atto notarile, di cui, però, se ne sarebbe impossessato una siracusana, trasformando poi il locale in un Bed and breakfast.
Sulla vicenda si è anche pronunciato un giudice del Tribunale di Siracusa, che, come testimoniato dal legale della donna campana, l’avvocato Aldo Ganci, si è espresso in favore della siracusana, che ne ha avuto un legittimo possesso.
In merito a questa controversa questione, che ha avuto un ribalta nazionale, è intervenuto il difensore della donna siracusana, l’avvocato Carmelo Zappulla, il quale ha spiegato il punto di vista della sua assistita.
Nel video diffuso nel corso della trasmissione, si vedono delle persone che entrano in quell’appartamento ma la difesa della siracusana assicura che quanto emerge non è certo un’effrazione.
“Non intendo commentare la gravità, che chiunque – spiega l’avvocato Carmelo Zappulla – potrà percepire, della gratuita quanto sprezzante dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria attribuzione della qualifica, invero di penale rilievo, di “abusivo” a soggetto che per provvedimento giudiziale ha la legittima disponibilità di immobile che altri gli hanno sottratto, ma non posso sottacere lo sdegno, che chiunque dotato anche di anche solo modeste pretese di dignità personale non potrà non condividere, nel vedere propalate al pubblico immagini descritte come di “scassinamento” laddove invece consacrano esecuzione a ministero dell’Ufficiale Giudiziario di provvedimento adottato nel contraddittorio delle parti da Tribunale ben più competente”.
“Le immagini proposte, infatti sono quelle discendenti dalla esecuzione del provvedimento del Tribunale, diretta dall’Ufficiale Giudiziario in esecuzione del provvedimento stesso, e non quanto dichiarato nel corpo del servizio, di “scassinamento” alcuno”.
Nella sua argomentazione, lo stesso legale specifica che la sua assistita “aveva già acquistato l’immobile dalla proprietaria ben prima che la stessa decedesse e che qualcuno si qualificasse improvvisamente, ben oltre un
lustro dalla di lei morte, erede”.
Inoltre, il legale asserisce che “è pendente giudizio per il riconoscimento formale dell’acquisto della proprietà”, e che ” costituisce oggetto di confessione giudiziale che ad introdursi nell’immobile forzandone la serratura è stato il sedicente nuovo proprietario, e non la malcapitata mia cliente che ha dovuto rivolgersi al tribunale per riprendere il proprio”. Infine, il difensore sostiene che il “Tribunale ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa” in merito alla posizione del compagno della donna campana.