In una sola giornata, quella del 13 novembre, ad Augusta si è registrata una concentrazione di benzene da record: ben 40 microgrammi per metro cubo quando la legge fissa il tetto annuale a 5 microgrammi. E’ quanto emerso ieri, secondo quanto riportato dal quotidiano La Sicilia, nel corso di un convegno, tenutosi al palazzo di giustizia, a cui hanno preso parte i magistrati della Procura di Siracusa ed i dirigenti dell’Arpa Sicilia, agenzia regionale per le protezione ambientale.
L’Arpa
I tecnici dell’Arpa, in merito a questo caso, sostengono che non sono in condizioni di comprendere da quale stabilimento provengano le emissioni di benzene ma ci sono alcuni sospetti perché in quel periodo, come ha riferito Anna Tabita, funzionaria dell’Arpa, erano in corso degli interventi di manutenzione.
Gli effetti del benzene: causa il cancro
Ma cosa può provocare il benzene? Secondo uno studio dell’Istituto superiore di sanità, “noto per la sua tossicità, il benzene è stato classificato dall’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (International Agency for Research on Cancer, IARC) nel gruppo 1, tra le sostanze con una sicura capacità di generare il cancro (cancerogenicità) nell’uomo.
Tra gli effetti del benzene, ci sono sintomi molto noti nei Comuni che vivono sotto il cono d’ombra del Petrolchimico, tra cui Augusta, Priolo, Melilli, e Siracusa: nausea e mal di testa.
Il registro dei tumori
Nel Registro territoriale di patologia dell’Asp di Siracusa, pubblicato nel 2019, relativamente all’incidenza dei tumori dal 1999 al 2016 ed alla mortalità dal 1999 al 2018, redatto dall’allora direttore sanitario dell’azienda sanitaria, Anselmo Madeddu, viene presentato così il territorio siracusano. “Nella provincia è presente un vasto polo petrolchimico che rappresenta la principale fonte di inquinamento dell’acqua, del suolo e dell’aria”.
Il cerchio si stringe attorno a Siracusa, Priolo, Melilli ed Augusta, Comuni gravitanti attorno agli stabilimenti industriali, inquadrati, per legge, come Siti di interesse nazionale, Sin, cioè, “zone in cui l’inquinamento di suolo, sottosuolo, acque superficiali e sotterranee è talmente esteso e grave da costituire un serio pericolo per la salute pubblica” si legge nel registro dell’Asp.
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