Accumulavano rifiuti, di ogni tipo, tra cui lastre in amianto, per poi bruciarli sulla strada, in via Sonnino, a Noto, in mezzo ad un complesso di palazzine.
I residenti hanno inalato per mesi sostanze nocive e sono stati loro stessi a denunciare questo smaltimento abusivo ed i roghi, così, al termine delle indagini, gli agenti del commissariato di polizia hanno denunciato sei persone. Sono accusati di attività di gestione rifiuti non autorizzata in concorso e continuata G.M. 40enne, G.C. 42enne, B.L. 48enne, A.U. 67enne, A.C. 44enne, B.C. 53enne.
Più pesante la posizione del 40enne, ritenuto il principale responsabile, a cui è stato applicato il divieto di dimora in Noto, in merito all’ipotesi di combustione illecita di rifiuti e contestualmente le forze dell’ordine hanno posto sotto sequestro i suoi mezzi usati per il trasferimento dei rifiuti.
Anche alcuni esponenti dell’amministrazione di Noto avevano sollecitato l’intervento della polizia per le gravi condizioni igieniche e sanitarie di quella porzione di strada e per le emissioni di fumi nocivi generati dalla combustione dei cumuli di spazzatura incendiati tra gennaio il 2022 ed febbraio scorso.
Nel corso degli accertamenti, è emersa l’esistenza di una area recintata a ridosso di una palazzina di edilizia popolare
all’interno della quale erano stipati rifiuti di vario genere: una vera e propria discarica abusiva a cielo aperto. Per individuare i responsabili, gli agenti hanno utilizzato le telecamere di sicurezza, svelando le responsabilità del 40enne che prima avrebbe accatastato in quel deposito i rifiuti per poi bruciarli.
L’uomo, residente in altro quartiere di Noto, per recarsi in via Sonnino, si sarebbe servito di una moto Ape Piaggio, di un’autovettura Fiat 600 e di uno scooter. Non avrebbe potuto fare tutto da solo, infatti sarebbe stato aiutato dagli altri 5 indagati che gli avrebbero messo a disposizione dei mezzi, tra cui autocarri, anch’essi posti sotto sequestro.
“L’indagine del Commissariato coordinata dalla Procura, nella sua complessità, ha consentito in maniera incisiva di interrompere l’azione delittuosa evitando l’ulteriore degenerare della stessa, riscontrando le proteste e l’esasperazione degli abitanti della zona costretti a subire le esalazioni nocive della combustione dei rifiuti” spiegano dalla Questura di Siracusa.