- Ipotesi avvertimento sull’incendio al ristorante di Ortigia
- Le indagini sono condotte dalla Squadra mobile
- Manifestazione antiracket dopo la bomba alla tabaccheria
Prende più quota l’ipotesi di un incendio doloso al ristorante Fratelli Burgio, ad Ortigia, il centro storico di Siracusa. Le fiamme si sono scatenate nella notte tra il 20 ed il 21 giugno, danneggiando in modo grave il locale ma, con il passare delle ore, il sospetto da parte degli agenti della Squadra mobile che dietro possa esserci un avvertimento diventa concreto anche se, naturalmente, certezze, al momento, non ce ne sono e restano sullo sfondo altre tesi, tra cui quella di un corto circuito.
L’origine del dolo
I dubbi degli inquirenti riguardano l’origine delle fiamme, secondo alcune fonti investigative il rogo potrebbe essere partito dall’esterno e non dall’interno: un aspetto, se fosse confermato, non trascurabile, perché lo scenario e le indagini prenderebbero un altro sentiero, quello dell’avvertimento ai danni dei titolari.
Ipotesi avvertimento
I riflettori della polizia si sono accesi sul racket delle estorsioni, d’altra parte, prima dell’incendio al ristorante di Ortigia, c’è stata l’esplosione di una bomba ai danni dell’ingresso di una tabaccheria in via Piave, nel quartiere di Santa Lucia, territorio del clan della Borgata, i cui sodali sono sotto processo, al Tribunale di Siracusa, ed il loro più grande accusatore è il loro ex boss, Giuseppe Curcio, diventato collaboratore di giustizia.
Manifestazione antiracket
I proprietari del negozio sono due fratelli, dirigenti dell’associazione antiracket ed ieri pomeriggio è stata organizzata una manifestazione per dare sostegno alle vittime.
“C’è stata – dice a BlogSicilia Paolo Caligiore, coordinatore delle associazioni antiracket di Siracusa – una risposta importante della città e soprattutto dei colleghi dei titolari. Ci ha fatto immensamente piacere che, nonostante le temperature infernali, siano venute a Siracusa le associazioni antiracket di Messina, Enna, Gela e Vittoria. Un segnale della compattezza attorno ad un fenomeno come questo che si può combattere solo con le denunce delle vittime”.
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