- Sono enormi i danni causati dagli incendi nel Siracusano
- Il Mai chiede provvedimenti urgenti
- Subito il Parco nazionale degli Iblei e pene più severe per gli incendiari
Istituire il Parco nazionale degli Iblei, inasprire le pene per chi causa incendi, configurando il disastro ambientale, mappatura catastale dei terreni bruciati. Queste le richieste formulate dal Mai, movimento anti incendi ibleo, dopo la catena di roghi dolosi che, da settimane, stanno devastando il Siracusano. Sono state colpite nell’ordine Noto Antica, riserva di Vendicari, riserva naturale orientata Cavagrande del Cassibile, Grotta Palombara, la Valla dell’ Anapo e Pantalica.
La situazione nella Valle dell’Anapo
“La Valle dell’Anapo brucia da dieci giorni, incenerendo oltre 300 ettari. Roghi persistenti – dicono dal Mai – e devastanti stanno distruggendo ettari di boschi e di macchia mediterranea dove insiste un immenso patrimonio paesaggistico, storico-etnoantropologico (muri a secco, niviere, mulini ad acqua, antiche masserie, palmenti, frantoi, abbeveratoi, concerie, edicole votive e regie trazzere), naturalistico (sorgenti d’acqua, cave, grotte, boschi e sentieri) scrigno di una delle più grandi biodiversità d’ Europa, i sic (Siti d’importanza comunitaria) degli Iblei”.
Il Parco nazionale degli Iblei
Secondo il Mai, l’istituzione del Parco nazionale degli Iblei consentirebbe un maggior controllo del territorio, “così come avviene negli altri parchi nazionali dove gli incendi sono molto limitati. Per lo stesso motivo (gli incendi persistenti) e con la stessa legge, infatti, fu istituito, in Sicilia, il Parco nazionale di Pantelleria”.
Pene severe
L’altro punto essenziale nella lotta agli attentatori sono gli inasprimenti delle pene. “Sia resa operativa la legge 68/2005 che ha introdotto gli ecoreati nel codice penale, infatti oltre al delitto di incendio doloso, nei casi più gravi, si può configurare, per le conseguenze che hanno i grandi incendi, il delitto di disastro ambientale” spiegano i volontari del Mai.
Soccorso aereo
Secondo il Mai, “il servizio di spegnimento tramite aerei o elicotteri sia a gestione regionale o statale come richiesto da oltre 7.900 persone in una petizione online. Inoltre, siano adottati tutti gli strumenti tecnologici per la prevenzione come il Fire-Sat in Basilicata, cioè il rilevamento satellitare di temperatura e aridità o di innesco di incendi”.
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