Altro che un resort di lusso nell’isolotto di Capo Passero, in quel fazzoletto di terra non si può piantare nemmeno un chiodo. Ne è certa l’associazione Natura Sicula in merito alla notizia della presunta vendita per circa 10 milioni di euro della vecchia tonnara da parte dei proprietari, gli eredi del barone don Pietro Bruno di Belmonte ad una società italiana di investimento immobiliare, Lio Hospitality Venture 1 Srl, con sede a Milano, che si occupa anche di gestione di strutture alberghiere. L’associazione si dice pronta a difendere “l’integrità dell’isola e il rispetto delle norme anche nelle sedi giudiziarie”
Ci sono vari elementi che, nella tesi dell’associazione presieduta da Fabio Morreale, impedirebbero la realizzazione di una struttura alberghiera. “Secondo il Piano paesaggistico, l’isola gode del livello di tutela 3, il massimo. A seguito di ciò – si legge nella nota dell’associazione – i pochi fabbricati privati che ci sono, detti “Varcarizzu” (ricovero barche, officine dei calafati, casa del custode), a rigor di legge non potranno mai diventare un albergo o un ristorante. Il PP consente la ristrutturazione dei fabbricati ma non il cambio di destinazione d’uso. Potranno diventare un museo della tonnara, ad esempio, ma non un ristorante o delle camere”.
Peraltro, come dice Morreale, “sull’isola non esistono opere di urbanizzazione: realizzare la rete elettrica, idrica e fognaria comporterebbe inevitabilmente profondi scavi e gravissimi movimenti di terra, espressamente vietati dal Piano paesaggistico”.
Dalle informazioni fornite da Natura sicula, l’isolotto di Capo Passero è iscritto dal 1991 nel Piano regionale di Parchi e riserve. “Ciò significa che su tutti i 35 ettari sono in vigore le norme di tutela di una riserva naturale, anche se non è stata ancora istituita, e queste sono già sufficienti a vietare la costruzione del resort” spiega Morreale.
Considerazioni che sono un ” monito per i progettisti, per la società che sta acquistando e per tutti gli enti che dovranno rilasciare pareri, in particolare Regione, Soprintendenza e Comune di Portopalo”.