Del mare ne ha fatto la propria casa ed è stato certamente la sintesi vivente del rapporto dell’uomo con il grande blu. Ecco perché Enzo Maiorca non è stato ‘solo’ un recordman, quindi senza volere osare più di tanto può essere paragonato a ciò che Michelangelo ha rappresentato per l’arte: lui lo è stato per il mare.
Perché per una vita Enzo Maiorca ha cercato, riuscendoci, di esserne parte integrante di quel mondo azzurro e misterioso. Colori che si riflettevano, per un combinato di geni e segni divini propri degli uomini leggendari, nei suoi occhi piccoli ma intensi: quando li sgranava sembrava di assistere ad una mareggiata.
Maiorca con le sue imprese è riuscito ad andare oltre lo sport. Anzi se quelle imprese leggendarie le avesse compiute in questa epoca, negli anni dello sport che diventa showbiz, probabilmente sarebbe stato più famoso dei grandi campioni del calcio o del Nba. E decisamente più ricco.
Il grande merito di Maiorca, infatti, è stato innanzitutto quel interpretare il mistero del mare come una sorta autentico Colapesce: l’uomo leggendario che sacrificandosi vive negli abissi sorreggendo la colonna incrinata di una Sicilia che altrimenti sprofonderebbe. Maiorca portando l’umanità laddove non era mai stata prima di lui, ha sempre voluto proteggere il mare come un uomo fa con la propria casa.
L’ultima volta che parlammo, eravamo in piena campagna referendaria No Triv. Gli domandammo come stesse il mare siciliano. Rispose così: “E’ messo malissimo, ma di certo non siamo agli eccessi degli anni 60 è bene dirlo. Ricordo di avere assistito al cambio di colore del mare: dal turchese fino al rosso in alcuni giorni. Un periodo in cui ho visto cernie con le ragnatele di catrame fra le branchie, polpi flaccidi come stracci per colpa di quelle porcherie che gli abbiamo fatto mangiare a sti poveri abitanti del mare. C’era una grotta bellissima, a 15 metri di profondità con un apertura sulla volta, un raggio di sole la illuminava di oro. La chiamavamo la Grotta del sole e oggi non esiste più. Ma sono tante le cose svanite. Per rendervi conto di quello che sto dicendo percorrete la strada della vecchia ferrovia Siracusa-Catania, quella in cui c’è la passeggiata intestata a Rossana Maiorca, si vedono le coste cambiate completamente”.
Anche per queste parole Maiorca lascia un’eredità culturale che i siciliani devono avere il coraggio di tramandare, provando ad applicare quel concetto di casa che Enzo viveva ogni volta che si immergeva nel suo mare.