“L’Italia rischia di perdere lo storico treno della transizione green: a rischio revoca 230 milioni di euro destinati alla rete nazionale dell’idrogeno“. A lanciare l’allarme è il parlamentare del M5S Filippo Scerra che ha chiesto con interpellanza l’intervento del Ministro delle Infrastrutture e del Ministro per gli Affari Europei.
Cosa prevede il Pnrr
“Il Pnrr mette a disposizione 230 milioni di euro per lo sviluppo di almeno 40 stazioni di rifornimento a base di idrogeno, 5 per veicoli leggeri e pesanti entro il mese di giugno 2026. Ma sin qui, come segnala la Corte dei Conti, è stata deficitaria l’attività di pianificazione e monitoraggio del Ministero delle Infrastrutture. Una disattenzione del governo Meloni che potrebbe costare carissimo”, dice Scerra.
Gli appalti
Gli appalti dovevano essere aggiudicati entro il primo trimestre del 2023. Al 31 marzo, però, sono state ammesse a contributo solo 36 proposte progettuali, scese a 35 dopo unìistanza di rinuncia. “Siamo lontani dall’obiettivo minimo dei 40 progetti e la Commissione europea potrebbe decidere di sospendere il prestito o di finanziare solo i progetti presentati, con una perdita secca di circa 130 milioni di euro di investimenti previsti. Il ministro per gli Affari Europei – sollecita il parlamentare pentastellato – avvii subito interlocuzioni con la Commissione Europea prima di perdere il treno dello sviluppo sostenibile”.
In Sicilia non si spendono i soldi
“Il centrodestra non splende per operatività. Se il Governo Meloni è impantanato, non corre certo la Regione Siciliana che, pensate, ha pubblicato il bando per l’idrogeno ma nessuna graduatoria finale dei progetti. E questo mentre la Sardegna, con una disponibilità totale di 21 milioni di euro, è riuscita a spendere l’intera cifra. E dire che la Sicilia potrebbe contare su una dotazione di ben 40 milioni di euro. Qualcuno avvisi il governo Schifani. E magari lo faccia il Ministero delle Infrastrutture, soggetto attuatore nazionale, adottando tutte quelle misure necessarie per evitare che tanta irresponsabilità amministrativa finisca per costare alla Sicilia altre preziose opportunità di crescita”.
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