Il decreto del Governo che punta a “blindare” il depuratore Ias di Priolo di fatto non cancella la possibilità di una chiusura dell’impianto. Anzi, nei mesi scorsi, l’amministratore giudiziario, su indicazione del Gip del Tribunale, ha chiesto alle aziende del Petrolchimico di sospendere i conferimenti. La Uil Sicilia comprende bene che il provvedimento non è affatto una pietra tombale al rischio di paralisi dell’attività produttiva e pone degli interrogativi.
I dubbi della Uil
“Apprezziamo l’interesse del Governo nazionale per il polo petrolchimico di Priolo, ma adesso bisognerà vedere quali saranno gli effetti concreti del decreto firmato oggi dai ministri Urso e Pichetto. Ci chiediamo, infatti, se sarà scongiurato lo stop agli impianti dovuto al provvedimento della Procura” spiegano i segretari generali di Uil e Uiltec Sicilia, Luisella Lionti e Peppe Di Natale.
Gli investimenti nell’impianto
Una cosa è comunque certa: se non ci saranno adeguamenti il depuratore sarà definitivamente chiuso. La Regione, proprietaria del sito, aveva emesso un’Autorizzazione integrata ambientale nel luglio scorso per consentire all’impianto di poter trattare i reflui ed i fanghi in modo corretto ma gli effetti della vicenda giudiziaria sull’Ias l’hanno congelata, insieme agli investimenti previsti, per circa 20 milioni di euro Nel decreto, comunque, è indicata una tabella di marcia: entro 3 anni l’impianto dovrà essere adeguato.
“E’ certamente importante l’impegno ribadito dai ministri Urso e Pichetto per realizzare politiche industriali capaci di conciliare sviluppo, occupazione e sostenibilità ambientale. Questo vale particolarmente in considerazione del rilievo strategico della produzione petrolchimica siracusana e siciliana, su cui riteniamo indispensabile che si apra un confronto anche con Regione e imprese sugli investimenti necessari a salvaguardare e rilanciare l’area industriale sfruttandone appieno le potenziali” aggiungono i segretari generali di Uil e Uiltec Sicilia, Luisella Lionti e Peppe Di Natale.
Il parere di un legale sul decreto
Che i dubbi della Uil siano fondati lo dimostra anche il parere di un avvocato, Paolo Tuttoilmondo, esponente di Legambiente. E’ intervenuto nella puntata di Sulle strade di Siracusa dedicata al futuro del Petrolchimico.
“Non è il ministero dell’ambiente ad autorizzare la prosecuzione dell’attività ma è il giudice, che in caso di sequestro come nel caso dell’Ias, può disporre e non deve la prosecuzione attraverso un amministratore giudiziario a cui affidare un mandato che tenga conto di una serie di prescrizioni che bilancino le esigenze della produzione con la tutela dell’ambiente. Se si scegliesse una linea restringente o restrittiva, il Governo potrebbe impugnare questa scelta davanti al Tribunale di Roma” spiega Paolo Tuttoilmondo.
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