Nella Galleria Civica D’Arte Contemporanea di Siracusa, situata nel centro storico di Ortigia e in cui ha sede l’ex convento di Montevergini, si terrà la mostra personale di Andrea Chisesi, che permetterà di ammirare 45 splendide opere dedicate alla natura, la madre di tutte le cose.

I monocromi dell’artista romano sono realizzati con il Matrem Tanacetum parthenium (un particolare tipo di fiore).

Simboli per eccellenza di quanto vi sia di più effimero sul nostro pianeta, i fiori hanno esercitato un fascino permanente sull’occhio degli artisti. “I fiori esprimono la naturalezza, il farsi e il disfarsi della natura. Con il loro effimero splendore rappresentano, meglio di ogni altro soggetto, la vita e la morte”. 

Studiando il linguaggio dei fiori, l’artista cerca di penetrare nei segreti della natura, di risalire all’essenza della vita, della creazione. Ogni opera nasce da un’esigenza: il dialogo tra la natura delle cose e la società che cambia nel corso del tempo, in cui spesso fa capolino lo sgretolamento, e l’erosione inesorabile del tempo ci mette davanti alla fine delle cose, ma non per questo alla efferata morte.

La scelta del fiore è dettata dalla delicatezza dei petali, anche se mancanti o spezzati dal vento non perdono la loro eleganza e leggerezza. Un fiore che simboleggia la vita, quel viaggio che ognuno di noi affronta da solo.

«Nasciamo e moriamo soli», ha sottolineato Andrea Chisesi, «colei che più ci ha amato ci ha donato la vita e con essa la morte», inesorabile arriva quando il destino chiama. Ogni simbolo e ogni tratto hanno un significato nella sua pittura: il cerchio, ad esempio, rappresenta la coppia; la croce, il sacrificio; ciascun dettaglio ha un codice ben preciso.

Quando la preparazione ha raggiunto un suo equilibrio è pronta ad accogliere l’immagine. Il rapporto che si crea tra la sua pittura e la fotografia diventa inscindibile ed entrambe coesistono in un equilibrio di donazioni: la pittura si rivela al corpo e a sua volta lascia spazio alla fotografia che diventa corazza e pelle del corpo stesso.

Non a caso il pittore romano sceglie le immagini dei grandi ed eterni eroi, sopravvissuti ai secoli come miti e leggende, rappresentanti dell’ego di ognuno di noi, prendono luce e vita dalla gioia dei matrem, dai fiori che l’uno sull’altro, sulla tela, ci rivelano l’uomo, l’eroe, il mito. Una spasmodica e ritmica pennellata guida il fruitore alla ricerca della corazza, nella superficie liscia e levigata del marmo. Essa prende vita dalla gioia dei fiori che donano all’opera la tenerezza e la fragilità, il cuore di un eroe è puro, si lascia cogliere dalla tenerezza e dalla bellezza della semplicità.

Andrea Chisesi muove dal fondo della tela le trasmutazione delle immagini senza ossessioni progettuali, ma con sapiente capacità di trarre forza da esse. Attraverso le fusioni il soggetto ha una nuova vita, l’arte è l’esercizio provvisorio di una conoscenza poetica destinata a durare attraverso la reinterpretazione che acquisisce una nuova vita, una nuova dimensione.

“Matrem”, accolta con entusiasmo nel capoluogo siracusano e non solo, vedrà la partecipazione di ospiti illustri e personaggi pubblici tra cui il regista varesino Paolo Boriani, con cui Chisesi ha in progetto collaborazioni future.

La mostra durerà sino al 30 settembre e sarà aperta tutti i giorni dalle 10 alle 22.

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