Siracusa

Salumi “farciti” di hashish, sequestro nel carcere di Augusta

Gli agenti della Polizia penitenziaria di Augusta, nel Siracusano, hanno sequestrato 74 grammi di hashish rinvenuti nel carcere e conservati dentro un pacco postale. Sarebbe dovuto finire nella disponibilità di un detenuto che si trova recluso nella sezione di Alta sicurezza.

Indagini in corso

La droga era occultata dentro dei salumi sottovuoto, in particolare in alcune fettine di insaccato sono stati scovati degli involucri. Sono in corso degli accertamenti per identificare le persone che hanno spedito il pacco mentre il detenuto è stato denunciato.

Detenuto di Augusta muore dopo lo sciopero della fame

“Due morti annunciate nelle carceri siciliane, la prima, sabato scorso all’Ucciardone, di un detenuto gravemente malato che, nonostante le gravissime patologie di cui era affetto, continuava a restare nella struttura detentiva. La seconda nel carcere di Augusta, di un detenuto da molti mesi ormai in sciopero della fame. Fatti diversi che però testimoniano, in ugual misura come il “sistema giustizia” non sia in grado di gestire adeguatamente per una serie di concause a diversi livelli, giuridico, organizzativo, economico e soprattutto politico il dramma della detenzione carceraria”. Lo dice il presidente Giorgio Bisagna dell’associazione Antigone Sicilia.

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Critiche allo Stato

“Non è ammissibile che in carcere e di carcere si debba continuare a morire. Lo Stato ha il dovere giuridico e morale di tutelare le esistenze di chi è trattenuto nelle strutture carcerarie – aggiunge Bisagna – Si assiste invece ad una “burocratizzazione” del problema dei suicidi in carcere che unito all’oggettiva carenza di assistenza psichiatrica e di personale dell’area educativa, continua a rendere le carceri luoghi oggettivamente inumani, dove, la pena da scontare non è solo la perdita della libertà, ma spesso anche la perdita della vita”.

E’ morto nell’ospedale Cannizzaro di Catania un uomo di 67 anni, detenuto nel carcere di Augusta, per le conseguenze di uno sciopero della fame e della sete. La vittima stava scontando l’ergastolo ma si sarebbe sentito vittima di un’ingiustizia e così ha deciso, nelle settimane scorse, di protestare, rifiutando acqua e cibo. Il suo stato di salute è diventato precario, per cui si è reso necessario il trasferimento in ospedale ma il suo cuore non ha retto, smettendo di battere.

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