E’ sempre più fluida la mafia a Siracusa con cambi di “casacca” da un clan ad un altro, Bottaro-Attanasio e Santa Panagia, ma con un chiaro obiettivo: fondersi e contrastare l’ingerenza di Cosa nostra catanese e “paesana”, riconducibile a Trigila di Noto, Aparo a Floridia-Solarino e soprattutto Nardo a Lentini.
Le rivelazioni di Costanzo ed i due gruppi alla Borgata
E’ quanto apprendono i carabinieri di Siracusa ed i magistrati della Procura distrettuale antimafia di Catania dalle dichiarazioni del nuovo collaboratore di giustizia, Luca Costanzo, definito come il capo del gruppo della Borgata, legata al clan Santa Panagia, arrestato dai carabinieri nel novembre del 2023 insieme agli altri presunti esponenti di quella gang. Le dichiarazioni hanno definito un nuovo assetto di Cosa nostra a Siracusa che racconteremo su BlogSicilia in questa inchiesta, a puntate, sulla criminalità organizzata nel capoluogo.
Dalle parole di Costanzo, è emerso che alla Borgata c’è un altro sodalizio, connesso all’altra cosca, Santa Panagia, capeggiato da Giuseppe Guarino, arrestato insieme ad altre tre persone, dalla polizia. Nelle settimane scorse, i carabinieri hanno eseguito delle nuove misure cautelari, sei in tutto, nei confronti di altrettante persone, anch’esse del gruppo Borgata, quello relativo a Santa Panagia, che si era riorganizzato dopo l’arresto di Costanzo e dei suoi sodali, trovando in Davide Pincio il suo leader.
Il progetto di fusione
Nel suo racconto ai magistrati ed ai carabinieri, Costanzo ha spiegato del piano delle due cosche principali di provare la fusione per tutelare gli interessi criminali sulla città, droga ed estorsioni su tutti, “in modo da estromettere catanesi e paesani, con Alessio Attanasio e Umberto Piantini al vertice” ha svelato Costanzo solo che questo accordo non è ancora andato in porto.
“Cosche operano in pace, spartendosi gli affari”
“Si tratta – ha raccontato Costanzo – di un progetto che non ha ancora trovato attuazione, anche io ci ho provato, ma senza successo”. Anche se i clan non hanno sottoscritto la fusione, “i gruppi operano in pace a Siracusa suddividendosi gli affari del territorio”.
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