Il suo corpo è stato trovato venerdì scorso penzolante da un albero ricavato nella sua villetta, a Marzamemi, borgo marinaro a sud di Siracusa. Ma per i familiari, Vincenzo Cancemi, 41 anni, tecnico per la riparazione di elettrodomestici di Pachino, non si è tolto la vita.
La pista più accreditata dai carabinieri sarebbe quella del gesto estremo, del resto la Procura di Siracusa, secondo quanto sostenuto dal legale dei parenti del 41enne, Giuseppe Gurrieri, l’autopsia non è stata disposta, almeno per il momento.
Alla famiglia non tornano tante cose, tra cui una ferita alla testa emersa nel corso dell’ispezione cadaverica, eseguita nelle ore successive al ritrovamento del cadavere.
“La famiglia – spiega l’avvocato Giuseppe Gurrieri – non crede all’ipotesi del suicidio. Stiamo cercando di comprendere, senza voler intralciare il lavoro della Procura, se sono emersi dei fattori esterni, che possano spiegare la morte”.
Il difensore, frattanto, ha richiesto il fascicolo relativo agli accertamenti compiuti dai carabinieri. Le cronache sono, però, ricche, anche nel Siracusano, di persone che in un primo momento si ritenevano essere morte per un suicidio, salvo poi scoprire che, invece, erano rimaste vittime di un omicidio.
Come accaduto ad Angelo De Simone, un giovane siracusano di 27 anni trovato impiccato nella sua abitazione il 16 novembre del 2016. Per ben due volte, la Procura di Siracusa, aveva richiesto l’archiviazione del caso, ritenendolo un suicidio.
Le memorie difensive della famiglia e la tenacia della madre della vittima, Patrizia Ninelli, hanno cambiato il corso delle indagini, fino a quando sono emersi elementi tali da convincere il pm Gaetano Bono a disporre la riesumazione del cadavere, per compiere degli accertamenti scientifici affidati ad un consulente, Giuseppe Ragazzi. E’ indagato per omicidio Giancarlo De Benedictis, indicato come esponente del clan Bronx e condannato in Appello a 19 anni, per cui il pm della Procura di Siracusa ha chiesto il rinvio a giudizio.