“Un gestore pubblico del servizio idrico correrebbe verso il default, come già accaduto con la Girgenti Acque, meglio una società mista tra pubblico e privato”.
Il rischio commissariamento
Lo afferma il coordinatore del Mpa di Siracusa, Mario Bonomo che interviene sulla questione dell’affidamento del servizio idrico integrato, a rischio commissariamento, come anticipato nei giorni scorsi su BlogSicilia, se l’Ato non provvederà ad individuare il gestore.
La scelta dei sindaci
I sindaci si sono espressi per un ente di diritto pubblico partecipato da tutti i Comuni della provincia a totale capitale pubblico, soggetto al controllo analogo degli enti ed alla partecipazione democratica dei Consigli comunali.
“Comuni con poche risorse”
“E’ necessaria una società con capitale pubblico – dice a BlogSicilia il coordinatore del Mpa di Siracusa, Mario Bonomo – in cui i Comuni devono mettere risorse, economiche ed umane, competenze, peraltro devono fare presto perché è imminente il commissariamento vista la scadenza imposta dallo Stato”
“E poi c’è un’altra questione, quella degli incassi. Ci sono Comuni – aggiunge Bonomo – che ne fanno pochissimi alcuni enti hanno deciso di farsi pagare a forfait. Insomma, i sindaci hanno idea degli investimenti che vanno realizzati per le reti idriche che sono vetuste o per i depuratori?”
“Il Comune di Siracusa non riesce a gestire la piscina”
Il coordinatore del Mpa di Siracusa, in merito alle difficoltà dei Comuni nella gestione di un servizio pubblico, cita un episodio. “La recente vicenda della piscina comunale di Siracusa rende bene il concetto: l’impianto, comprendente la Cittadella dello Sport, è sotto la gestione del Comune. Fatto sta che da quando se ne occupa l’ente, la piscina è inagibile. Ora, se non si riesce a gestire una piscina immaginiamoci cosa potrebbe accadere per una intera e complessa rete idrica”
L’ipotesi società mista
Bonomo mette sul tavolo la sua proposta. “La migliore soluzione – dice Bonomo a BlogSicilia – è quella di una società mista, per il 51% pubblica: in questo modo, si avrebbe un gestore con risorse importanti ma sotto il controllo dell’ente locale, a tutela dell’interesse pubblico. E poi, si avrebbe un controllo capillare degli incassi, legati alle bollette, che sono stati la causa del default di Girgenti Acque. Per cui, in una società interamente pubblica, i mancati introiti ricadrebbero su bilanci degli enti locali, che poi dovranno ripianare i debiti”.
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