“Abbiamo discusso con le altre rappresentanze agricole che compongono il G7 un documento unitario da presentare a tutti i ministri che sono oggi invitati, dove mettiamo al centro regole chiare”. Lo ha detto a Siracusa Ettore Prandini, presidente della Coldiretti in occasione di un evento organizzato dalla associazione legato al G7 sull’agricoltura.

Sfide ambientali e climatiche

“Serve un sistema- ha detto Prandini- di regole condivise senza che ci sia concorrenza sleale su principi che in alcuni Paesi vengono vietati e in altri sono acconsentiti. Poi abbiamo discusso di ambiente, di territorio, di guardare ad un processo che ci deve portare ad affrontare la sfida dei cambiamenti climatici che hanno fortemente colpito il nostro Paese nell’ultimo anno con un danno che superato gli otto miliardi e mezzo di euro. Rispetto a tutto questo servono anche forme di carattere assicurativo che mettono in garanzia il giusto reddito economico del lavoro dei nostri agricoltori che va ulteriormente valorizzato e rafforzato in quelli che sono gli accordi di carattere commerciale”.

Inclusione dei Paesi africani

“I Paesi africani li abbiamo voluti a questo tavolo di confronto portando il nostro modello”. Lo ha detto a Siracusa Ettore Prandini, presidente della Coldiretti in merito alla partecipazione dei paesi africani al G7 dell’Agricoltura.

Sviluppo agricolo in Africa

“È necessario creare – ha detto Prandini- le condizioni, per le quali grazie alla conoscenza e alla cultura che l’agricoltura italiana ha rappresentato in questi anni, per un riscatto che parta dal settore agricolo. Questo avrà riverberi in termini occupazionali per le nuove generazioni ma soprattutto per produrre cibo destinato alle loro popolazioni. Un cibo di qualità che li possa far vivere meglio e che generi valore. Questa è una delle altre sfide che abbiamo portato al G7 in un confronto diretto sul piano Africa”.

Concorrenza e regolamentazione

Il presidente della Coldiretti ha anche parlato della concorrenza di alcuni paesi africani nel mercato europeo.

“Per poter dare ordine e avere regole, le regole servono e devono essere chiare e trasparenti. Proprio il principio di reciprocità ci aiuterà sotto questo punto di vista. Andremo a limitare quelle che sono le importazioni di prodotti che provengono da altri paesi ma che non rispettano le stesse regole. Contestualmente dobbiamo anche saper valorizzare la loro economia interna, dove paradossalmente quello che viene prodotto viene esportato ma non messo a disposizione alla loro popolazione. Anche questo elemento va, ripeto, superato con un aiuto concreto legato al sistema della cooperazione. E poi ci sono molti agricoltori anche italiani che preferiscono produrre nella fascia del nord Africa perché la tassazione è più conveniente. Tanti agricoltori italiani e anche di altri Paesi scelgono alcuni Stati dove le regole non ci sono. La reciprocità e il cambio del codice doganale sono una strada in questo modo si dà certezza ai consumatori rispetto a quella che è la provenienza della merce, basti ricordare il caso del pomodoro cinese importato in Italia che una volta trasformato può essere etichettato come italiano. Queste nuove regole noi ci auspichiamo ed è l’impegno che la Von der Leyen ha preso con noi prima delle scadenze di carattere elettorale”

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