La mensa del Pantheon, a Siracusa, è stata presa di mira dai ladri. Per ben due volte, in 24 ore, qualcuno si è introdotto nella struttura ogni giorno aperta per dare un pasto a chi vive una condizione di difficoltà. Ieri mattina intorno alle ore 8.00 qualcuno ha scavalcato il cancello, ha spaccato la porta ed ha rubato derrate alimentari, ma anche stoviglie e materiale per la pulizia che si trovavano nel magazzino.
Stamane intorno alle ore 5.00, la seconda irruzione in meno di 24 ore, per portare via sempre derrate ed altro materiale. La mensa è rimasta chiusa nella giornata di ieri ed inevitabilmente resterà chiusa anche oggi.
“Purtroppo in questo momento non possiamo aprire la mensa alle persone – ha detto amareggiato il parroco, don Massimo Di Natale – e non possiamo così assicurare quel servizio verso il prossimo che forniamo ogni giorno, festivi compresi. E’ chiaro che la carità non verrà mai meno, nonostante sia necessario fermarsi per ripulire e sistemare i locali visti i danni che sono stati procurati”.
Sono intervenute le forze dell’ordine, polizia di Stato, carabinieri e la polizia municipale, che hanno effettuato dei rilievi e stanno visualizzando le riprese dei sistemi di videosorveglianza della zona per individuare gli autori del furto.
L’Istat ha recentemente pubblicato il Report sulla povertà 2023, che rivela dati stabili rispetto al 2022. Poco più di 2,2 milioni di famiglie vivono in condizione di povertà assoluta, rappresentando l’8,4% del totale delle famiglie residenti in Italia, mentre il numero di individui in povertà assoluta è pari a 5,7 milioni, ovvero il 9,7% della popolazione.
L’incidenza della povertà assoluta varia notevolmente tra le famiglie italiane e quelle con almeno uno straniero. Per queste ultime, il tasso è drammaticamente più alto, toccando il 30,4%, rispetto al 6,3% delle famiglie composte esclusivamente da italiani. Le disuguaglianze si manifestano anche nella distribuzione territoriale, con le aree del Mezzogiorno particolarmente colpite.
La povertà assoluta continua a essere più diffusa nel Mezzogiorno, dove coinvolge il 10,2% delle famiglie, pari a oltre 859mila nuclei. Anche il Nord-ovest e il Nord-est presentano alti livelli di povertà, con il 8,0% e il 7,9% rispettivamente, mentre il Centro mantiene l’incidenza più bassa, al 6,7%. Tra le famiglie povere, il 38,7% risiede nel Sud e il 45,0% al Nord, a testimonianza di uno squilibrio regionale ancora forte.
L’incidenza della povertà relativa resta anch’essa stabile, toccando il 10,6% delle famiglie, coinvolgendo oltre 2,8 milioni di nuclei. A livello individuale, il tasso di povertà relativa è leggermente aumentato, passando dal 14,0% del 2022 al 14,5% nel 2023, colpendo quasi 8,5 milioni di individui. Questo fenomeno evidenzia come l’Italia continui a vivere un divario crescente tra le diverse aree geografiche.
La povertà è particolarmente acuta nelle famiglie numerose, in cui l’incidenza della povertà assoluta raggiunge il 20,1% tra i nuclei con cinque o più componenti e il 21,6% tra le famiglie con tre o più figli minori. La situazione rimane invariata per le famiglie con quattro componenti, dove il tasso è dell’11,9%, e per quelle con tre membri, all’8,2%.
Per una famiglia di due persone, la soglia di povertà relativa nel 2023 è fissata a 1.210,89 euro di spesa mensile, mentre per una famiglia di quattro componenti questa soglia sale a 1.973,75 euro. In termini di povertà assoluta, i valori variano in base alla località: ad esempio, per un single tra i 30 e i 59 anni residente in un comune dell’area metropolitana della Lombardia, la soglia è di 1.217,10 euro, mentre in Sicilia scende a 757,16 euro.