Sono stati individuati e denunciati due minori, un sedicenne ed un quindicenne, indicati come gli autori delle scritte antisemite nella sede scout dell’ex chiesa di Sant’Agata, a Noto. Entrambi sono accusati di danneggiamento ed
imbrattamento aggravato dalla discriminazione razziale in concorso. Sono stati gli agenti del commissariato di polizia di Noto ad identificarli, grazie alle immagini delle telecamere di sicurezza della zona in cui hanno agito. Entrambi sono stati deferiti alla Procura dei minori di Catania.
Sulla vicenda, di cui si era interessato anche il vescovo di Noto, è intervenuta l’Agesci.
“Il raid compiuto nella sede scout Agesci Noto 1 non è altro che “il segno di un vuoto culturale ed esistenziale che attanaglia la vita di molti giovani. Questi atti vandalici – spiegano dall’Agesci – sono un monito per le associazioni che operano nel sociale con i giovani, per le famiglie, per la comunità ecclesiale, per la politica locale, affinché intervengano per far fronte a questa realtà in cui ci sono ragazzi che viaggiano veloci sui social, entrando in contatto con quanto di brutto la nostra società fornisce loro”. E’ trascorsa quasi una settimana da quando è stata vandalizzata la sede scout di Noto, nel Siracusano, e la comunità capi ringraziando tutti coloro i quali hanno offerto un sostegno fornisce una chiave di lettura”
“In questo tempo non mancano cattivi esempi di razzismo, di violenza verbale e virtuale, di intolleranza. Una bruttezza umana purtroppo emulata da ragazzi “annoiati” che cercano, deturpando, danneggiando e saccheggiando, un riscatto che non arriverà mai. Siamo convinti che si tratti di ragazzi ignoranti che sono ben lontani dagli ambienti nazifascisti o dai cultori di ideologie xenofobe. Ci piacerebbe avere l’occasione di incontrarli, di parlare con loro e di lavorare insieme per ripulire la nostra sede. Ci piacerebbe fare con loro tutto ciò che realizziamo con i nostri ragazzi, affinché la bruttezza umana non vinca sul bello e non faccia mai perdere la speranza di lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato, così come ci insegna il fondatore del movimento Scout Sir Robert Baden Powell”.