Una finta bomba è stata trovata questa mattina nella tromba delle scale di una palazzina in via Algeri, nella zona nord di Siracusa. Gli agenti della Squadra mobile hanno scoperto che si trattava di una batteria di una moto chiusa in una scatola ma per alcune ore si sono vissuti momenti di grande apprensione tra i residenti.
Per motivi di sicurezza, i poliziotti, al comando del dirigente della Mobile Gabriele Presti, hanno disposto l’evacuazione degli abitanti dello stabile per consentire agli artificieri di intervenire. Sul posto anche una ambulanza del 118 ed i vigili del fuoco ma nel primo pomeriggio si è scoperto che era solo una burla. Le indagini della polizia si sono arricchite della testimonianza di una donna, a quanto pare sarebbe ai ferri corti con l’ex compagno che, probabilmente, non si sarebbe rassegnato alla fine della loro relazione: non si esclude che possa esserci lui dietro questo gesto. Sembra che ci siano dei precedenti, in altre occasioni ci sarebbero stati degli spiacevoli episodi ma allo stato sono solo supposizioni che necessitano di nuovi riscontri. In ogni caso, gli agenti di polizia stanno provando a rintracciare l’ex compagno della residente della palazzina di via Algeri. Sono stati sentiti gli altri condomini per verificare se si sono accorti di qualcosa in mattinata, soprattutto se hanno notato persone sospette aggirarsi nel palazzo. Ma su questo aspetto gli inquirenti preferiscono mantenere uno stretto riserbo, di certo questo avvertimento è assai diverso rispetto a quelli che si sono registrati nei mesi scorsi, culminati con il ritrovamento di pacchi bomba, esplosioni di un paio di ordigni ed incendi alle auto. Una catena di intimidazioni da suscitare molto allarme, al punto che una deputata di Fratelli d’Italia ha presentato una interrogazione parlamentare al Governo nazionale. Si è anche riunito il Comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica nella sede della Prefettura di Siracusa ed in quell’occasione il leader delle associazioni antiracket di Siracusa svelò la mancanza di denunce da parte delle vittime del pizzo.
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