• Assoluzione dall’accusa di tentata estorsione per l’ex sottosegretario Foti e l’imprenditore Marotta
  • Erano accusati di aver fatto pressioni ad una società idrica per favorire una impresa a loro riconducibile
  • Il Tribunale ha sconfessato la tesi della pubblica accusa

Il Tribunale di Siracusa ha assolto l’ex sottosegretario al Tesoro, Gino Foti, e l’imprenditore Giuseppe Marotta, dall’accusa di tentata estorsione nei confronti di Mirko Giorgi e Marzio Ferraglio, due dirigenti della Sai 8, la società fallita che gestiva il servizio idrico a Siracusa.

Odissea giudiziaria

Un’odissea giudiziaria durata circa 10 anni, iniziata nel febbraio del 2012 con l’arresto dei due imputati e rimessi in libertà due settimane dopo, accusati  di aver esercitato pressioni perché fosse affidata ad un’impresa a loro vicina il servizio di riscossione delle bollette insolute.

In caso contrario, avrebbero mosso le loro pedine affinché il contratto tra la Sai 8 e l’Ato idrico fosse risolto. Ed in questa storia entrò pure l’ex presidente della Provincia, Nicola Bono, accusato di aver approfittato del ruolo di presidente del Consorzio Ato idrico per tagliare Sai8 dalla gestione del servizio idrico, di tentata estorsione e di aver fatto pressioni per una assunzione. Solo che la posizione di Bono è stata archiviata nel gennaio del 2013 dal gip del tribunale di Siracusa, Michele Consiglio.

I due dirigenti di Sai 8

Durante il procedimento giudiziario, si sono verificati dei colpi di scena, tra cui il coinvolgimento degli stessi due dirigenti della Sai 8 in una inchiesta della Procura di Siracusa per bancarotta fraudolenta aggravata, avviata dalla Guardia di finanza nel 2013 con l’iscrizione del registro degli indagati di 11 persone. Ferraglio e Giorgio hanno patteggiato la pena a 2 anni di reclusione.

Il commento

“Si chiude una vicenda che mi ha impedito  di vivere appieno la mia vita a causa di una accusa infamante ed infondata, avente il solo scopo di estromettermi dalla vita politica. L’insussistenza del fatto era stata già dichiarata dal Tribunale della libertà di Catania che aveva annullato la misura cautelare. Nonostante ciò ho dovuto aspettare oltre 10 anni” spiega Gino Foti, difeso dagli avvocati Antonino e Bruno Leone mentre l’altro imputato, Giuseppe Marotta è rappresentato dagli avvocati Guido Ziccone e Stefano Rametta.

 

 

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