la sentenza del gip di siracusa

Estorsione ai commercianti di Ortigia, condannati madre e figlio

Il gip del Tribunale di Siracusa, Tiziana Carrubba, ha emesso una sentenza di condanna a 10 anni di reclusione per estorsione nei confronti di Francesco Campanella, 32 anni, siracusano, mentre la madre Adele Lopiano, ha rimediato 5 anni.

L’arresto dell’uomo

Secondo quanto emerso nella tesi degli inquirenti, l’uomo che era stato arrestato dagli agenti della Squadra mobile di Siracusa nel luglio dello scorso anno, avrebbe formulato richieste di denaro, a scopo estorsivo, ai danni di alcuni commercianti di Ortigia, il centro storico di Siracusa, in concorso con la madre.

L’incendio ad un locale

Nell’inchiesta della Procura di Siracusa è finito anche l’incendio ad un locale in prossimità di piazza Cesare Battisti, sempre in Ortigia, ma, in quel caso, il rogo sarebbe stato una sorta di vendetta dell’imputato con i proprietari del locale per uno screzio avuto con la madre.

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La tesi della Procura di Siracusa

Per gli inquirenti, l’uomo avrebbe fatto ricorso ” a manifesti atti di violenza e minaccia, talvolta mediante l’uso di armi”. I due imputati, difesi dagli avvocati Carlo Aloschi e Giorgio D’Angelo, hanno deciso di sottoporsi al processo con il rito abbreviato.

4 assoluzioni per estorsione

Quattro uomini sono stati assolti dal Tribunale di Siracusa dall’accusa di estorsione ed usura perché il fatto. Alla sbarra sono finiti Martino Bertuna, 33 anni, ragusano, difeso dall’avvocato Silvano Domina; Daniele Messina, 35 anni, catanese; Francesco Busso, 43 anni; lentinese, e Fabiano Malgioglio, 41 anni, francofontese.

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Secondo la ricostruzione della Procura di Siracusa,  nel 2012, gli imputati avrebbero preteso gli interessi su un prestito di 500 euro concesso ad un uomo, residente a Francofonte, nel Siracusano, calcolati in 950 euro. Dopo la denuncia dell’uomo, i 4 furono attirati in una trappola ed indagati ma i giudici hanno derubricato l’accusa di estorsione “in esercizio arbitrario delle proprie ragioni”. Per la difesa, quei 950 euro sarebbero stati consegnati alla presunta vittima solo per l’acquisto di telefonini. Soldi che il debitore non avrebbe avuto alcuna intenzione di restituire.

 

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