La Esso Italiana vende la raffineria di Augusta e i depositi logistici di Palermo, Augusta e Napoli alla Sonatrach, azienda di stato algerina. È quanto hanno appreso i 660 dipendenti diretti dell’azienda durante l’informativa annuale tenutasi in data odierna, quando il management della società ha esposto la decisione, presa senza alcun preavviso alle organizzazioni sindacali.
La scelta da parte della direzione aziendale ha sortito pesanti proteste da parte dei lavoratori e delle Segreterie Nazionali, delle strutture territoriali e del Coordinamento delle RSU Esso Italiana, che hanno così visto violato il Protocollo sulle Relazioni sindacali in vigore tra le parti, che disciplina peraltro la gestione concordata delle criticità.
La preoccupazione dei sindacati è estesa anche alle rimanenti attività che restano in capo alla Esso Italiana (la sede centrale, le attività commerciali, lo stabilimento di Vado Ligure, la raffineria SARPOM, i depositi di Chivasso, Arluno e Genova Calata Canzio, la direzione chimica di Milano).
“Deprecabile la decisione della Esso Italiana, – hanno espresso le Segreterie nazionali di Filctem, Femca e Uiltec – che mette a rischio l’occupazione e lo stesso tessuto industriale e produttivo del nostro Paese”.
Pertanto, le Segreterie di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil hanno immediatamente inviato una richiesta di incontro presso il ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza della direzione della Esso Italiana e della società acquirente Sonatrach, per confrontarsi sul futuro lavorativo dei 660 dipendenti coinvolti e sulle prospettive per le restanti attività industriali nel nostro Paese.
Nel frattempo, è proclamato lo stato di agitazione con sospensione di ogni prestazione straordinaria e il rigido rispetto delle procedure lavorative, oltre a un ciclo di assemblee con i lavoratori entro il prossimo venerdì 11 maggio per un aggiornamento tempestivo sulla situazione.
“La vendita da parte di Esso della raffineria di Augusta e dei deposit ilogistici di Palermo, Augusta e Napoli alla Sonatrach, è frutto di
un’imboscata tesa alle organizzazioni sindacali e a svariate centinaia di lavoratori”. Questo il commento lapidario di Franco Parisi,
segretario generale Femca Cisl Sicilia, e di Sebastiano Tripoli, segretario generale Femca Cisl Siracusa Ragusa, in una nota nella
quale interviene anche il segretario generale della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo. La Femca ha ricostruito le fasi con le quali il colosso
petrolifero mondiale ha comunicato la cessione di questi importanti presidi all’azienda di Stato algerina. “Ieri mentre la Esso convo ca vale segreterie nazionali delle sigle sindacali e le rappresentanzesindacali unitarie dell’azienda – affermano Parisi e Tripoli – per annunciare l’imminente cessione, la direzione aziendale siciliana ad Augusta informava i 660 lavoratori del piano di vendita alla società
algerina Sonatrach, approfittando dell’assenza delle rappresentanze sindacali. Sono state ignorate e calpestate le basi delle relazioni
fra parti sociali e datoriali; il rispetto di questi rapporti non solo sindacali, ma anche umani radicati in decenni di proficui rapporti di
lavoro viene prima di tutto. Senza contare l’indifferenza totale mostrata verso il vigente protocollo che disciplinava la condivisione
nella gestione delle situazioni di crisi”.
L’altra beffa secondo la Femca è la scelta dei vertici della Sonatrach di incontrare ieri, isindaci di Melilli e di Augusta, prima ancora di confrontarsi con le sigle sindacali. “Come inizio – continuano Parisi e Tripoli – non è dei migliori, confidiamo che la Sonatrach sia stata mal consigliata da Esso. I sindacati sono stati di fatto depistati ed è stata condottauna strategia di squalificazione delle relazioni con il sindacato, inuna vicenda che scuote il settore energetico nazionale”. La Femcachiede che il ministero dello Sviluppo economico convochi prima
possibile l’incontro con le due società, Esso e Sonatrach, e che sifaccia chiarezza sulle ragioni profonde dell’operazione. “Non vorremmo
che quest’operazione sia frutto di un escamotage da parte di Esso peruscire da uno stato di difficoltà”, chiosano Parisi e Tripoli. “È un fatto di estrema preoccupazione il disimpegno dal polo siracusano edagli altri siti siciliani da parte della Esso – dichiara MimmoMilazzo, segretario generale Cisl Sicilia – che potrebbe aggravare unquadro di desertificazione industriale che si è allargato a macchiad’olio in questi anni nell’isola. Chiediamo che ci sia non solol’inte rvento del governo nazionale ma anche dell’esecutivo regionale,affinché si salvaguardi un presidio fondamentale per la Sicilia, siain termini di livelli occupazionali sia di sviluppo del territorio.Pretendiamo massimo rispetto da parte delle due aziende, che sonotenute a confrontarsi con le sigle sindacali sul futuro dellaraffineria di Augusta e dei depositi logistici di Palermo, Augusta eNapoli”.
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