“Nessuna strategia, nessuna politica di lungo termine per la riconversione energetica ed ecologica con precisi impegni e investimenti anche da parte del Governo. Chiediamo al Ministro Urso di riferire in aula al più presto”. Lo affermano i parlamentari del Pd Anthony Barbagallo e Antonio Nicita in merito alla decisione dell’Eni di chiudere l’impianto di cracking nell’ambito di un piano industriale legato alla Transizione ecologica che porterà alla costruzione di bioraffinerie.
“L’effetto a catena”
Ma la scomparsa della Versalis a Priolo rischia di pregiudicare il futuro del Petrolchimico perché tutto il sistema è interconnesso e se salta un pezzo, come sostenuto dalla Cgil Siracusa, il resto è destinato a cadere.
“Lo smantellamento degli impianti Eni a Brindisi, Priolo, Ragusa comporterà, nella Sicilia orientale, effetti a catena con il rischio – dicono i due parlamentari nazionali del Pd – che altri impianti di altre azienda (a partire dall’impianto Nord di Isab) seguano la stessa sorte. La sensazione prevalente è quella del disinteresse e dell’abbandono da parte del Governo nazionale con il rischio di perdite economiche e occupazionale senza transizione ecologica con doppio danno all’occupazione e all’ambiente non bonificato”.
Quale politica industriale?
I due parlamentari attacco il Governo che non ha ancora chiarito la politica industriale. “Da mesi interroghiamo il Governo nazionale, senza ricevere – dicono i due dem – alcuna risposta, sulle azioni che si intendono intraprendere per il rilancio economico, tecnologico, occupazionale, energetico ed ecologico del Polo industriale siracusano: dalla questione del depuratore Ias (a proposito del quale vanno riscritti i Dpcm assorbendo i rilievi della magistratura e ridefinendone il futuro come asset per il riuso delle acque e per nuovi impianti di dissalazione), alle garanzie offerte in sede di Golden Power da Goi Energy per l’impianto Isab, fino alle misure necessarie per prevenire incidenti come la pioggia oleosa e avviare un grande piano di bonifica”.
FdI, “siano salvaguardati gli stabilimenti siciliani”
“Il piano di riconversione con la trasformazione industriale di Versalis annunciato da Eni non dovrà prescindere dal mantenimento degli attuali livelli occupazionali degli stabilimenti in Sicilia. Tra Ragusa e Priolo Eni Versalis dà lavoro e sicurezza economica a 550 persone del diretto ed a un cospicuo numero di lavoratori dell’indotto, costituendo una realtà con oltre cento anni di storia che merita la massima tutela. Siamo certi che il governo regionale e quello nazionale- ciascuno per la parte di propria competenza- interverranno per tutelare e salvaguardare con tutte le forze gli stabilimenti e i livelli occupazionali di Eni in Sicilia, scongiurando sul nascere il pericolo di ogni altra ipotesi. Noi saremo parte attiva nel mantenere alta l’attenzione su un tema così vitale per il tessuto produttivo della nostra Regione”». Lo affermano Giorgio Assenza e Carlo Auteri, deputati regionali di Fratelli d’Italia, commentando la prevista cessazione dell’attività di cracking a Priolo e della produzione di polietilene a Ragusa annunciata ufficialmente da Eni.
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