“In Sicilia bisogna lanciare subito un progetto speciale sulle reti idriche e sugli invasi.  Le prime, che hanno perdite superiori al 50% (70% a Siracusa!) vanno del tutto rifatte”.

Lo afferma Fabio Granata, esponente nazionale di Indipendenza e assessore alla Cultura di Siracusa in merito all’emergenza idrica che sta interessando buona parte della Sicilia. Se da una parte si avverte la carenza di acqua negli invasi dell’isola, tra cui la diga Ancipa, nell’Ennese, a causa della siccità, dall’altra si registrano delle perdite lungo le condotte, con Siracusa che tocca punte senza precedenti.

Il caso Castelvetrano e delle altre dighe

Gli invasi vanno manutenuti e collaudati – molti sono ancora privi di collaudo tecnico – in modo che possano essere riempiti fino alla loro reale capacità. Incredibilmente – spiega Fabio Granata – anche in queste ore di profonda crisi idrica la diga Trinità di Castelvetrano mantiene aperte le paratie e sversa in mare l’acqua perché autorizzata a invasare solo  un volume che rappresenta una piccola frazione della sua reale capacità. La Regione deve completare le dighe Pietrarossa, nel calatino, dove i lavori sono in corso e quella di Blufi, sulle Madonie, al confine fra le province di Palermo e Caltanissetta, dove i lavori sono già completi, come a Pietrarossa, al 90%. In questo modo, la Sicilia non avrà più alcun problema idrico”.

“L’inutilità del Ponte sullo Stretto”

Secondo Granata, le risorse pubbliche andrebbero impiegate meglio e non sul Ponte sullo Stretto, il progetto faraonico su cui il Governo nazionale ha deciso di puntare. “È chiaro che per far questo serve una forte azione politica di indirizzo da parte della Regione Siciliana, mettendo da parte altri progetti inutili come l’irrealizzabile Ponte sullo Stretto, dirottandone le risorse su una questione prioritaria e vitale come l’acqua” dice Granata.

La carenza di tecnici

E poi c’è la carenza di tecnici che occorrerà reclutare.  “Ovviamente – dice Granata – si dovrà dotare il Dipartimento Acque di giovani tecnici altamente qualificati selezionati per concorso in numero non inferiore a 50 che  sviluppino e facciano realizzare un articolato piano di interventi sulle reti e sugli invasi.La crisi attuale sia dunque occasione di una rinnovata progettualità tecnica ed economica ispirata dalla migliore cultura politica e sociale e non l’attesa messianica di aiuti economici o di grandi opere inutili”