Da una parte c’è il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, per cui dall’embargo al petrolio russo, “l’Italia non esce assolutamente palizzata”, dall’altra c’è la Regione siciliana che, prima con il Governatore, Nello Musumeci e poi con l’assessore alle Attività produttive, Mimmo Turano, lancia l’allarme sulle conseguenze drammatiche per il Petrolchimico di Siracusa.
Il nodo è che il blocco alle importazioni del greggio russo paralizzerà la produzione delle raffinerie Isab Lukoil, che sono il cuore pulsante della zona industriale siracusano ed un pezzo importante dell’economia siciliana.
La risolutezza di Draghi
“Anche per noi l’obbligo scatta entro fine anno” ha il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nella conferenza stampa al termine del vertice Ue a Bruxelles, che, sembra chiudere le porte ai tentativi della deputazione siciliana di aprire uno spiraglio per una trattativa o una deroga.
La polemica di Turano
Il Governo regionale, da mesi, ha inviato a Roma la richiesta di istituzione dell’area di crisi industriale per il Petrolchimico di Siracusa, “purtroppo nessun tipo di risposta ci è stata data nonostante abbia personalmente scritto ben quattro volte al ministro Giorgetti” commenta l’assessore Turano, il quale si dice amareggiato per aver scoperto da fonti giornalistiche che il Mise ” sarebbe pronto a valutare la dichiarazione di area di crisi complessa”.
“Governo dica cosa vuole fare”
“Allo stato – conclude l’assessore – c’è solo un tavolo convocato dal viceministro Todde che ancora una volta viene definito interlocutorio. Non è più tempo di massimi sistemi, il Governo nazionale ci deve dire cosa vuole fare, che progetti ha sul petrolchimico siracusano”.
I timori del presidente dell’Ars
“Le decisioni assunte questa notte in Europa sullo stop al petrolio russo trasportato via mare, provocherà, se non si interviene immediatamente, conseguenze gravissime sull’occupazione in tutta l’area del petrolchimico siracusano
e sull’economia siciliana”. Lo scrive in una nota il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè”.
“Consentire a Lukoil di prendere greggio” dice M5S
Preoccupazione è stata espressa anche dalla delegazione siracusana del M5S.
“Adesso, con l’embargo Ue al petrolio russo, chiediamo – dicono i parlamentari nazionali Paolo Ficara, Filippo Scerra, Pino Pisani, Maria Marzana insieme ai deputati regionali Stefano Zito e Giorgio Pasqua. a gran voce al Governo di trovare una soluzione tecnica per permettere alla stessa Isab di potere regolarmente acquistare petrolio da altre fonti per continuare così la sua piena e regolare attività”.
Pd chiede Stati generali
“La preoccupazione che il domino “sanzioni alla Russia-Lukoil-Isab-intero bacino di Priolo” potesse concretizzarsi immediatamente era ed è evidente. Solo la miopia politica di una classe dirigente lontana dagli interessi dei siciliani e dei siracusani in particolari può continuare a sostenere una posizione di attesa” dice Gaetano Cutrufo, della segreteria regionale del Pd.
“Condivido le preoccupazioni del Presidente di Confindustria Diego Bivona e credo che istituzioni e organizzazioni di categoria e sindacati debbano promuovere una sorta di “Stati Generali” aperti anche agli istituti di credito del siracusano per elaborare una strategia a salvaguardia del polo di Priolo-Melilli” conclude Cutrufo.
Forza Italia chiede tavolo nazionale
“Di certo Forza Italia non starà a guardare lo scempio economico e sociale causato dall’effetto domino di una guerra insensata, in cui si fanno gli interessi più assurdi fuorché dei lavoratori. Come ribadito dall’on. Stefania Prestigiacomo – il cui ragionamento è da me condiviso nella sua interezza – serve un tavolo tecnico nazionale per evitare l’irreparabile”. Lo afferma in una nota la deputata regionale di Forza Italia, on. Daniela Ternullo
Cgil Siracusa proclama mobilitazione
La Cgil Siracusa ha organizzato per venerdì 10 giugno una manifestazione al Piazzale antistante la portineria Isab Nord. “Il settore della raffinazione – dice Roberto Alosi, segretario della Cgil Siracusa – ha cicli di investimento di 6-7 anni. Se le nostre imprese smettono di investire oggi, al 2030 i nostri impianti non ci arrivano. Chiuderanno prima, molto prima. Con una doppia beffa: da una parte il Paese non avrà il petrolio da raffinare in prodotti di cui ha ancora bisogno, dall’altra 10.000 posti di lavoro andranno in fumo”.
La proposta dalla Cisl
La Cisl Siracusa lancia una proposta, analoga a quella del M5S. “Pet tamponare al mancato arrivo di petroliere provenienti dalla Russia, – dicono il segretario generale della Ust Ragusa Siracusa, Vera Carasi e il segretario generale dei chimici Cisl, Alessandro Tripoli, – sarà certamente necessario un cambio di rotta che veda lo sblocco delle linee di credito per azienda e fornitori con la possibilità di acquistare grezzo altrove ed evitare di arrivare al capolinea non poter fare altro che stare a guardare”.
Incontro interlocutorio a Roma
Si è intanto concluso al Mise l’incontro, in videoconferenza, sull’area industriale di Siracusa a cui hanno preso parte la viceministra Alessandra Todde, la Regione Siciliana, l’Unione Petrolifera, l’UNEM, i sindaci del territorio, Confindustria e le organizzazioni sindacali.
“Istruttoria non completata” dice Mise
“Pur non essendo ancora completata l’istruttoria al MiSE per l’area di crisi complessa di Siracusa, ho deciso di organizzare comunque quest’incontro – dichiara Todde – diverse settimane fa, dopo le numerose richieste arrivate al MiSE dalla Regione Sicilia, dal territorio, dalle associazioni di categoria e dal sindacato”.
“L’obiettivo è quello di porre le basi per la trasformazione in chiave industriale e la decarbonizzazione dell’area, coinvolgendo tutti gli attori istituzionali come il MITE e il MIMS, in modo da valutare i progetti di investimento presentati dalle aziende che insistono sull’area” aggiunge la viceministra.
Gli altri finanziamenti
” Inoltre, c’è la volontà di identificare (oltre allo strumento dell’Area di crisi complessa) ulteriori possibilità di finanziamento come il CIS – contratti nazionali di sviluppo – o altri accordi di programma specifici. Durante il confronto, è emersa la forte preoccupazione di tutte le parti per la vicenda Isab-Lukoil soprattutto alla luce delle decisioni del Consiglio Europeo di ieri notte. Sarà mia cura condividere tali criticità con il Ministro Giorgetti e con il Presidente Draghi”, conclude la viceministra al MiSE Alessandra Todde.
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