Sono 10 le persone, tra presidenti e segretari di seggio, che sono state rinviate a giudizio nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Siracusa su presunti brogli elettorali alle elezioni amministrative del 2018 a Siracusa. La decisione è stata assunta dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Siracusa, Francesco Alligo, che ha disposto la prima udienza per il 31 ottobre del 2023.
Una vicenda giudiziaria nata dopo la denuncia di Ezechia Paolo Reale, candidato a sindaco del Centrodestra, sconfitto al ballottaggio dal sindaco in carica, Francesco Italia, esponente del Centrosinistra.
Prima che la questione assumesse un aspetto penale, nel dicembre del 2019 il Tar di Catania, a seguito del ricorso di Reale sulle irregolarità nello spoglio, annullò la proclamazione di Italia.
I giudici disposero, contestualmente, una mini tornata elettorale in 9 sezioni ma il Cga ribaltò il pronunciamento del Tar, facendo tornare in carica il sindaco di Siracusa. Parallelamente, la Procura di Siracusa condusse un’indagine culminata con la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati che si presenteranno in aula, per difendersi dalle accuse, il 31 ottobre del 2023.
Nelle recenti elezioni regionali del 25 settembre, la macchina elettorale siciliana è rimasta paralizzata per settimana a causa delle difficoltà riscontrate nelle operazioni di scrutinio in ben 42 sezioni di Siracusa. A sbloccare la situazione ci ha pensato il Tribunale di Siracusa che ha poi provveduto al conteggio delle preferenze sulla scorta dei verbali redatti dai presidenti delle sezioni.
Nelle ore successive all’inizio dello scrutinio, quando i dati tardavano ad arrivare a Palermo, la Prefettura di Siracusa aveva sollevato il problema dell’inesperienza dei presidenti di seggio. E pensare che, alcuni giorni prima del voto, il Comune di Siracusa aveva organizzato un corso di formazione per i presidenti di seggio nei locali dove un tempo c’era l’Hub per i vaccini anti Covid19