• Al via il processo per il duplice omicidio a Lentini
  • Le vittime uccise dopo il furto di arance
  • Le parti civili hanno citato i proprietari dei terreni per la responsabilità civile

I proprietari degli appezzamenti di terreno in contrada Xirumi, a Lentini, dove nel febbraio del 2020 si è consumato il duplice omicidio di Agatino Saraniti, 19 anni, e Massimo Casella, 47 anni, sono stati citati in giudizio dalla parti civili. Vuol dire che se i due imputati,  Giuseppe Sallemi, 42 anni, e Luciano Giammellaro, 70 anni, saranno condannati, i titolari dei fondi risponderanno con un risarcimento economico.

Prima udienza

E’ quanto emerso nella prima udienza, davanti alla Corte di Assise di Siracusa, presieduta da Tiziana Carrubba (a latere Carla Frau), dove è iniziato il processo in primo grado che vede alla sbarra i due custodi, contro cui si sono costituite 14 parti civili, perlopiù composte dai parenti delle vittime (difesi dagli avvocati Emiliano Bordone, Fabio Presenti, Pierpaolo Montalto, Rossana Scibetta, Emilio Laferrera, Valerio Vancheri)  e da Gregorio Signorelli, 37 anni, scampato all’agguato ed assistito dall’avvocato Paola Lopresti.

La tesi della Procura

Secondo la ricostruzione del pm, Andrea Palmieri, Sallemi e Giammellaro avrebbero aperto il fuoco contro le vittime, tra cui anche Gregorio Signorelli, 37 anni, scampato all’agguato, che si erano recati fin lì per rubare arance. Poche ore dopo il decesso dei due catanesi venne arrestato Sallemi, nei giorni successivi, in carcere finì anche il secondo indagato, grazie alle dichiarazioni di Signorelli, all’epoca ricoverato all’ospedale Cannizzaro di Catania.

L’autopsia

L’autopsia sul corpo delle vittime avrebbe permesso di svelare che i colpi esplosi sarebbero stati 6 e tre di questi avrebbero raggiunto il diciannovenne. Uno alla schiena ma, secondo una prima ricostruzione degli agenti di polizia e della Procura di Siracusa, il killer ne avrebbe esplosi alti due mentre il ragazzo era a terra, ormai indifeso. Sallemi, duranti gli interrogatori,  avrebbe spiegato al pm di Siracusa, Andrea Palmieri, che, sentendosi minacciato dai tre catanesi, arrivati fin lì per rubare delle arance, avrebbe fatto fuoco.

 

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