Ha raccontato ai giudici della Corte di Assise di Siracusa quei momenti drammatici in contrada Xirimu, a Lentini, quando fu lui a rintracciare il corpo senza vita di suo fratello, crivellato dai colpi di fucile.
Sul banco dei testimoni è salito Mario Casella, fratello di Massimiliano Casella, 47 anni, ucciso nel febbraio dello scorso anno insieme a Agatino Saraniti, 19 anni, entrambi catanesi, per il cui delitto sono sotto processo Giuseppe Sallemi, 42 anni, e Luciano Giammellaro, 70 anni, custodi dei fondi agricoli dove si è consumato il delitto. Secondo la tesi della Procura di Siracusa, le vittime si erano recate, insieme ad una terza persona, Gregorio Signorelli, scampato all’agguato, per rubare della arance, salvo poi essere freddate a colpi di fucile dagli imputati.
Il fratello di Massimiliano Casella ha confermato quanto aveva riferito agli agenti della Squadra mobile di Siracusa nelle ore successive al delitto. Ha detto di essere stato svegliato nel cuore della notte dalla sorella che era molto spaventata perché aveva saputo del ferimento di uno dei componenti del gruppo con cui Casella si era recato nella zona di Lentini per compiere un furto di arance. Il fratello della vittima ha raccontato di essersi recato in macchina sul luogo dove era stato segnalato l’agguato.
“Ritornando – ha raccontato Mario Casella – dalla strada asfaltata verso il furgone, percorrendo il sentiero sterrato, nei pressi di un casolare diroccato, ho scorto il cadavere di mio fratello. Inizialmente, ho provato a sentire se respirava ma mi sono accorto che era privo di vita”. “Continuando le ricerche a distanza di pochi minuti veniva rinvenuto anche il cadavere di Agatino, all’interno di un canalone adiacente la strada asfaltata poco distante”
“Mio fratello era disoccupato e versava in una situazione economica disagiata, per cui, già da tempo, era dedito al furto di agrumi unitamente ad altri soggetti. Sono venuto a conoscenza che mio fratello Massimiliano, circa sette giorni addietro, aveva ricevuto delle minacce riconducibili alla sua attività predatoria”.
Nell’udienza precedente alla testimonianza del fratello di una delle 2 vittime, i proprietari degli appezzamenti di terreno in contrada Xirumi, erano stati citati in giudizio dalla parti civili. E così si è costituito il responsabile civile, il barone Rudolf Freiherr von Freyberg, proprietario del fondo e titolare della Ortofloricola S. Giorgio di Freiherr Von Freyberg R.J.E. S.S., assistito dall’avvocato Franco Passasini.
Sono 14 le parti civili al processo, perlopiù composte dai parenti delle vittime (difesi dagli avvocati Emiliano Bordone, Fabio Presenti, Pierpaolo Montalto, Rossana Scibetta, Emilio Laferrera, Valerio Vancheri) e da Gregorio Signorelli, 37 anni, scampato all’agguato ed assistito dall’avvocato Paola Lopresti.