La Procura di Siracusa ha chiesto il rinvio a giudizio per 10 persone coinvolte nell’inchiesta, coordinata dalla Guardia di finanza, sull’introduzione illecita di droga nel carcere di Siracusa.
Gli indagati sono Sebastiano Troia, uno dei più noti penalisti del Foro di Siracusa, (difeso dagli avvocati Puccio Forestiere, Fabiola Fuccio, e Luca Ruaro), Rosa Chiari, Federica e Martina Capodieci, Alex Cappuccio (difesi dall’avvocato Matilde Lipari), Marcello Bianca, Giuseppe Serino (difeso dall’avvocato Salvatore Leotta), Dalila Spicuglia (assistita dall’avvocato Junio Celesti) e Alessio Visicale (difeso dall’avvocato Ignazio D’Anzuso) L’udienza davanti al gup del Tribunale di Siracusa, Tiziana Carrubba, è fissata per il 9 settembre prossimo.
L’indagine ruota al centro di presunte cessioni di sostanze stupefacenti ad un detenuto, Francesco Capodieci, detto Cesco, ex boss del clan Bronx, già condannato, seppur non in via definitiva, in due procedimenti giudiziari diversi, ed ora collaboratore di giustizia.
Secondo gli inquirenti, a passargli la droga sarebbe stato il suo ex difensore, Sebastiano Troia, con la collaborazione di Noemi Forestieri, compagna di Capodieci, che avrebbe avuto il compito di consegnare al professionista le partite di stupefacenti, confezionate dai familiari del collaboratore di giustizia in alcuni vasetti e stecche di sigarette, poi cedute dal legale al cliente durante i colloqui. Troia, assistito dagli avvocati Puccio Forestiere, Fabiola Fuccio, e Luca Ruaro, ha sempre negato questa ricostruzione, sostenendo di aver agito in buona fede. Insomma, non ne sapeva nulla del contenuto.
Nei mesi scorsi, il professionista ha incassato una vittoria: i giudici del Riesame hanno annullato l’ordinanza di custodia cautelare emessa nei suoi confronti nel maggio del 2020 dal gip del Tribunale di Siracusa, Carla Frau. La posizione di Noemi Forestieri, compagna del pentito con cui vive in una località segreta, è stata stralciata. Nella richieste della Procura di Siracusa non compare il nome di un altro avvocato, precedentemente indagato.
Non girava solo droga nel carcere di Siracusa, nel corso delle indagini i finanzieri della Fiamme gialle hanno scoperto che nel penitenziario i detenuti avrebbero avuto a disposizione dei telefoni ma su questo aspetto non c’è il coinvolgimento del penalista. Grazie ai mini cellulari, avrebbero parlato con l’esterno per ordinare droga.
Gli inquirenti avrebbero intercettato una conversazione a tre, tra Capodieci, il compagno di cella ed una terza persona.
Detenuto. “Mezzo ovulo entro oggi, perchè qua c’è Cesco che deve fumare” la richiesta del trentaquattrenne.
Amico. “Eh, fumare, non ce n’è come ora” la risposta dell’amico.
Detenuto. “Ce lo fai avere un ovulo?”
Amico. Sì, ora ti faccio avere, vediamo se ce la faccio a farti avere tutto intero o mezzo perché non ce n’è…. La compro da io qui da un amico mio, hai capito? …Mezzo me lo agevolano