“Occorre immediatamente mettere in sicurezza le produzioni nel petrolchimico, per salvaguardare i lavoratori e tutelare la salute dei cittadini, oltre che dell’ambiente, nell’intera area industriale. Bisogna risalire alla filiera delle responsabilità e mettere fine ai disastri degli ultimi anni che hanno fatto registrare morti ed inquinamento perché i governi non hanno saputo far rispettare gli accordi sottoscritti. Ora ne servono di nuovi per riconvertire le produzioni energetiche in assoluta sicurezza e senza perseguire più la strada del ricatto salute/lavoro”.
Lo dice il presidente della commissione Ambiente dell’Ars, Mariella Maggio in merito al sequestro preventivo di impianti industriali nel polo petrolchimico siracusano, considerato uno dei più importanti d’Europa. L’inchiesta scaturisce dai numerosi esposti e dalle denunce dei cittadini, da ambientalisti, enti ed istituzioni che lamentavano la cattiva qualità dell’aria.
“E’ necessaria una politica nazionale e regionale per riconvertire la produzione energetica, liberandoci dalla schiavitù dei carburanti fossili – aggiunge Maggio – promuovere oggi energie rinnovabili diventa fondamentale, vuol dire offrire benefici in termini di miglioramento delle condizioni ambientali e di qualità di vita. La conversione alle fonti rinnovabili contribuirebbe a creare, implementando nuove attività produttive, posti di lavoro e a riconvertire professionalità senza disperderle”.
E sulla vicenda interviene anche la segretaria generale della Femca Cisl, Nora Garofalo secondo la quale “Le aziende devono rispettare le prescrizioni dettate dalle norme vigenti per tutelare la salute dei cittadini e salvaguardare la salubrità dell’ambiente”.
“Abbiamo massima fiducia nell’operato della magistratura e degli organi di controllo competenti – aggiunge
la segretaria generale della federazione dei chimici, petrolchimici e del tessile della Cisl – ma siamo preoccupati che sul territorio si possa innescare un gioco tra le parti, che finisca per penalizzare i 1.600 lavoratori dei due impianti di Priolo”.
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