E’ stato fermato Massimo Cannone, il 45enne lentinese, marito della marocchina, Naima Zahir, 45 anni, uccisa con una coltellata nella casa di famiglia, a Lentini. L’uomo è stato accompagnato negli uffici del commissariato di polizia di Lentini per la notifica della misura cautelare.
Accusato di omicidio
L’indagato, che deve rispondere di omicidio, era stato interrogato nelle ore successive alla morte della donna, anzi era stato lui a chiedere i soccorsi, spiegando che la donna sarebbe rimasta vittima di un incidente o di un suicidio.
“O suicidio o qualcuno l’ha uccisa” ha detto il marito
Proprio ieri, durante la trasmissione Ore 14 andata in onda su Rai 2, Cannone ha fornito altre indicazioni sulla sua verità: “Io l’ho detto alla polizia: o si è tolta la vita o qualcuno – ha detto Cannone- ha bussato ed entrato. Non lo so. Il coltello lo aveva dietro al collo, lei era sdraiata sul letto. Non abbiamo ricevuto minacce, la porta non era sfondata, il coltello è quello di casa nostra, ho provato a toglierlo per aiutarla. Non so cosa sia accaduto, mia moglie aveva dei problemi ma non so cosa sia accaduto. Ho coperto mia moglie con vestaglia mia blu”.
I dubbi sul movente
Difficile ancora capire il movente del delitto. Gli inquirenti hanno scavato nella vita della coppia e nel corso degli interrogatori ai parenti dei consorti, tra cui il figlio, ed ai loro conoscenti, non sarebbero emersi contrasti, per cui la polizia sta allargando il campo delle indagini. Gli investigatori, al comando dei dirigenti della Squadra mobile di Siracusa e del commissariato di Lentini, Gabriele Presti e Andrea Monaco, comunque, non escludono un raptus.
Autopsia conferma omicidio
Frattanto, l’autopsia sulla salma di Naima Zahir ha decretato che il decesso è riconducibile ad un omicidio. Questo l’esito dell’esame autoptico eseguito nelle scorse ore dal medico legale, Giuseppe Ragazzi, incaricato dal pm della Procura di Siracusa. L’autopsia, inizialmente prevista per domani, è stata anticipata ad oggi.
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