Il piano di dimensionamento scolastico, a Siracusa come in tutti i Comuni italiani, sta creando molte polemiche soprattutto sul tema degli accorpamenti degli istituti. Una scuola che è al di sotto della soglia dei 900 iscritti, come previsto dalla normativa nazionale, dovrà confluire in un’altra.
Per gli studenti non cambia nulla
Ma cosa cambia agli studenti tutto questo? Sostanzialmente nulla, visto che le ore di lezione resteranno quelle e, salvo problemi di staticità, non cambieranno sede o subiranno trasferimenti.
Il taglio dei presidi ed il caso Wojtyla a Siracusa
Per cui, come nel caso scoppiato a Siracusa sull’accorpamento tra la Chindemi, al di sotto dei parametri sul numero di iscritti, e la Wojtyla, che, invece, è in regola con la soglia fissata dalla legge, gli studenti resteranno nelle rispettive sedi.
Quello che cambierà riguarderà la direzione dell’istituto unico, perché non potranno esserci due presidi a comandare, ce ne sarà solo uno e la bilancia, nel caso in questione, penderebbe dalla parte del Chindemi. Una soluzione fortemente contestata dalla Wojtyla, del resto, nei giorni scorsi, nell’istituto di via Tucidide, sede della Wojtyla, si è tenuta una conferenza stampa, a cui hanno preso parte i rappresentanti dei genitori, per contrastare questo accorpamento che penalizzerà l’autonomia della stessa scuola, a vantaggio dell’altra e che, contestualmente, comporterà la fine della gestione dell’attuale dirigente.
Cgil, “tagli a risorse e personale scolastico”
Per la Cgil, il piano di dimensionamento scolastico è soprattutto altro: “un vero e proprio taglio di risorse finanziarie e professionali a danno della scuola pubblica soprattutto nelle situazioni di maggiore disagio sociale e lavorativo. Determinerà il completo stravolgimento della rete scolastica, in particolare nelle regioni del Sud Italia. È infatti prevista, a partire dall’anno scolastico 2024/25, la soppressione di ben 651 unità di direzione amministrativa, con una forte diminuzione dell’organico ATA e il relativo aumento dei problemi di gestione delle scuole”.
Le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato
Lo scontro, spalmato su tutto il territorio nazionale, si è concretizzato con un’azione giudiziaria, in particolare il Tar della Campania, alla fine del mese scorso, ha accolto il ricorso della Regione, sospendendo il decreto interministeriale sul dimensionamento scolastico, rimettendo alla Corte Costituzionale la questione di legittimità della norma.
Ma il Consiglio di Stato, con decreto cautelare monocratico, ha accolto l’impugnativa del ministero dell’Istruzione e del Merito contro l’ordinanza del Tar Campania del 30 ottobre. Il Consiglio di Stato, in particolare, ha evidenziato come nella comparazione tra i contrapposti interessi sia necessario sospendere l’esecutività dell’ordinanza del TAR Campania in quanto la sua esecuzione pregiudicherebbe in modo irreversibile le procedure amministrative attualmente in corso in tutte le regioni italiane per consentire il corretto dimensionamento della rete scolastica e, quindi, il regolare avvio delle attività didattiche nel rispetto delle tempistiche imposte dagli obblighi assunti dall’Italia in sede europea.
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