L’autopsia sul corpo senza vita di Giuseppe Petralito, 30anni, il detenuto recluso nel carcere di Rebibbia, a Roma, avrebbe confermato che il decesso è legato al suicidio. L’uomo, nei giorni scorsi, era stato trovato senza vita ma la Procura ha deciso di compiere degli ulteriori accertamenti per fugare ogni dubbio.
Funerali a Pachino
E così i magistrati romani hanno dissequestrato la salma, riconsegnandola ai familiari. Il corpo senza vita rientrerà nelle prossime ore a Pachino per la celebrazione dei funerali che si terranno venerdì 2 agosto alle 10 nella chiesa di San Giuseppe.
La visita dei familiari
Il giovane stava scontando una condanna definitiva per spaccio di sostanze stupefacenti e tra due anni sarebbe tornato in libertà. Di recente, i familiari avevano visto il loro parente ma non ci sarebbero state avvisaglie su una condizione psicologica precaria.
Detenuto morto per sciopero della fame
E’ morto nell’ospedale Cannizzaro di Catania un uomo di 67 anni, detenuto nel carcere di Augusta, per le conseguenze di uno sciopero della fame e della sete. La vittima stava scontando l’ergastolo ma si sarebbe sentito vittima di un’ingiustizia e così ha deciso, nelle settimane scorse, di protestare, rifiutando acqua e cibo. Il suo stato di salute è diventato precario, per cui si è reso necessario il trasferimento in ospedale ma il suo cuore non ha retto, smettendo di battere
I dati sui suicidi in carcere
L’emergenza suicidi in carcere non finisce. Secondo i dati forniti dall’associazione Antigone dopo il 2022, l’anno da record con 85 suicidi accertati, il 2023 e il 2024 continuano a registrare numeri impressionanti. Nel 2023 sono state almeno 70 le persone che si sono tolte la vita all’interno di un Istituto di pena. Nei primi mesi del 2024, almeno 30. “Almeno” perché numerosi sono i decessi con cause ancora da accertare, tra i quali potrebbero quindi celarsi altri casi di suicidio.
I numeri neri del 2024
“Tra inizio gennaio e metà aprile sono stati 30 i suicidi accertati. Uno ogni 3 giorni e mezzo. Nel 2022 – l’anno record – a metà aprile se ne contavano 20. Se il ritmo dovesse continuare in questo modo, a fine anno rischieremmo di arrivare a livelli ancor più drammatici rispetto a quelli dell’ultimo biennio” si legge nel rapporto dell’associazione Antigone.
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