“L’esclusione dei sindaci dai tavoli tecnici rappresenta sicuramente uno sgarbo istituzionale ma, ancor di più, una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini di Augusta, Melilli, Priolo Gargallo e Siracusa ed una mortificazione per l’intero territorio”.
La lettera dei 4 sindaci
E’ un passaggio della lettera, inviata dai sindaci dei 4 Comuni del Siracusano, Giuseppe Di Mare, Peppe Carta, Pippo Gianni, e Francesco Italia, al ministro del Made in Italia, Adolfo Urso, che, il 21 novembre ha convocato un tavolo, a Roma, per superare la crisi dell’Ias, e di conseguenza del Petrolchimico, dopo la decisione del Riesame di confermare il pronunciamento del gip del Tribunale in merito al divieto di conferimento dei fanghi industriale nell’impianto consortile di proprietà della Regione, sotto sequestro per disastro ambientale.
“Tale scelta ministeriale appare agli scriventi non solo ingiustificata ma costituisce addirittura un “vulnus” che mina alla base quel percorso di condivisione Istituzionale necessario per rilanciare effettivamente il sito industriale Augusta/Melilli/ Priolo Gargallo/ Siracusa” aggiungono i 4 sindaci.
Cosa è emerso dal tavolo
Da quel tavolo è emerso che sarà costituita una task force per verificare l’adeguamento dell’impianto rispetto alle norme ambientali, per cui è scattata l’inchiesta della Procura, per poi inviare i risultati al gip perché possa rivedere il suo divieto. Va detto, però, che il provvedimento del giudice di Siracusa è stato adottato sulla scorta di un giudizio della Consulta, per cui il decreto Salva Isab, che consentiva alle aziende di proseguire a depositare gli scarti all’Ias, non avrebbe potuto sforare il periodo di 36 mesi.
La bocciatura della Cgil
Per nulla convinto della bontà del risultato raggiunto a Roma è il segretario della Cgil Siracusa, Roberto Alosi. “Anziché provare a recepire i rilievi della Corte, condividendone – dice Alosi – la praticabilità nell’ambito di un cronoprogramma condiviso e rispettoso del dettato legislativo e individuare le risorse pubbliche e private necessarie a realizzare nei tempi previsti le prescrizioni indicate, i Governi Nazionale e Regionale, scelgono di portare fino il fondo il conflitto fra i due poteri. Cavalcare lo scontro e puntare il dito contro la magistratura, considerata l’unica responsabile della paventata chiusura dell’IAS, è una scelta politica sbagliata dal vago sapore propagandistico che rischia di scaricare sulla pelle dei lavoratori e del territorio una partita giocata su campi diversi e niente affatto nobili”.
Ci sono altri tavoli
Il ministro Urso ha convocato altri due tavoli: il 3 dicembre per la vicenda Eni ed il 5 dicembre per discutere della politica industriale legata alla chimica. “Pur non avendo potuto celare il nostro disappunto in ordine alla gestione del tavolo su I.A.S., il forte senso delle istituzioni che caratterizza il Nostro operato, ci impone – ancora oggi –
di rappresentarle piena collaborazione nell’interesse del Paese” si legge nella lettera dei 4 sindaci, che, forse, è una apertura per partecipare agli altri incontri.
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