Sembrava che ormai la mancanza di reagenti, necessari per l’esecuzione dei tamponi, fosse solo un vecchio ricordo. Invece, il problema è riapparso a Sortino, Comune montano del Siracusano, come emerge nella vicenda di una famiglia, sollevata dal consigliere dell’Unione dei Comuni “Valle degli Iblei”, Sebastiano Bongiovanni
“Una componente di un nucleo familiare, residente a Sortino – racconta a BlogSicilia Sebastiano Bongiovanni – è risultata positiva dopo un tampone ma essendo stata a stretto contatto con altri familiari il rischio che quest’ultimi siano rimasti contagiati è abbastanza concreto”.
“Per questo motivo, i parenti – prosegue Bongiovanni – hanno contattato la responsabile del presidio sanitario di Sortino, che ha ammesso della mancanza di reagenti, dunque non ci sono possibilità per effettuare i tamponi. La stessa responsabile ha detto loro di starsene a casa, osservando la quarantena”.
La famiglia di Sortino è a rischio Covid19, sono tutti in grave apprensione e temono per la propria salute, su cui pende la spada di Damocle del virus. I parenti della donna ritengono che sapere se hanno contratto la malattia aumenterebbe le loro possibilità di contrastarla meglio.
“E’ una situazione davvero grave – aggiunge il consigliere dell’Unione dei Comuni “Valle degli Iblei”, Sebastiano Bongiovanni – soprattutto perché questo problema sembrava ormai sparito. Risale alla prima fase della pandemia, ora in piena seconda ondata ci troviamo di fronte all’impossibilità di avere strumenti che ci possano dire se una persona ha contratto il Covid19 o meno”.
C’è, comunque, preoccupazione nella zona montana del Siracusano dopo l’istituzione della zona rossa a Buscemi, decisa un paio di giorni fa dal presidente della Regione. I contatti tra i Comuni di quest’area del Siracusano, per motivi familiari e di lavoro, sono assidui, per cui il rischio di una diffusione preoccupa e non poco queste comunità
Sulla vicenda è intervenuta la parlamentare regionale di Forza Italia, Daniela Ternullo
“È inaudito che per una provincia come quella di Siracusa, si debba parlare ancora di mancanza dei reagenti per le analisi dei tamponi. È un fatto grave e spiacevole, per il quale devono essere presi urgenti provvedimenti. Non basta per ovviare, che dallo scorso 31 marzo i tamponi siano spediti sia a Catania che a Palermo, perché così i tempi si dilatano, rendendo impossibile rilasciare l’esito entro le canoniche 48 ore previste per legge. Ciò espone la cittadinanza a notevoli rischi perché lasciati in una sorta di limbo sanitario per via delle incertezze. Penso a chi è più esposto, come i dipendenti dei supermercati o di altre attività a diretto contatto con il pubblico. Non sapendo se e quando mettersi in isolamento, pregiudicano l’organizzazione lavorativa e amplificano i rischi per la salute collettiva. Intendo andare sino in fondo a tale spiacevole vicenda”.