Va a passo di gambero, rispetto al resto d’Italia, Francofonte, Comune della zona nord del Siracusano, che rischia di entrare in zona rossa per via dell’elevato numero di contagi. Come se non bastasse, c’è il problema delle vaccinazioni perché sono in tanti a rifiutare le dosi nonostante l’Asp abbia messo a disposizione un centro.
A denunciare questa situazione è il sindaco, Daniele Nunzio Lentini, autore, nelle ore scorse, di un appello lanciato sui social alla sua comunità. “Negli ultimi sette giorni si sono registrati due picchi di contagi – dice il sindaco – che ci hanno portato ad avere 51 persone positive. Il rischio di entrare in zona rossa è evidente e si tratterebbe di una condizione deleteria per il nostro territorio. I danni per le categorie produttive sarebbero rilevanti, pensiamo ai titolari di bar, dei ristoranti o ai commercianti. Non possiamo permetterci di compiere questo passo indietro”
Il sindaco ha anche chiesto comportamenti più responsabili. “Dobbiamo stringere i denti – dice il sindaco di Francofonte – e rispettare le regole, per questo il mio appello è di restare più a tempo a casa, è necessario questo ultimo sacrificio per non essere in controtendenza rispetto al resto dell’Italia”.
L’altra nota dolente, espressa dal sindaco di Francofonte, è quella relativa alla campagna di vaccinazione. “Siamo indietro – racconta il sindaco – facciamo poche vaccinazioni, invece, sarebbe bene compiere un cambio di passo. A tal proposito l’Asp ha messo a disposizione un centro dove le persone nella fascia di età compresa tra i 18 e gli 80 anni possono recarsi per la somministrazione delle dosi di AstraZeneca. Per chi avesse patologie specifiche, può contattare l’azienda sanitaria. E’ fondamentale, in questa fase, procedere ad una vaccinazione di massa per non trovarsi impreparati ad ottobre, altrimenti vivremo un autunno difficile”.
A Canicattini Bagni, nel Siracusano, il sindaco Marilena Miceli, considerato l’alto numero di contagiati, ha prorogato per altri due giorni, oggi e domani, il provvedimento di chiusura, entrato in vigore dal 26 maggio, “di tutte le scuole, le are pubbliche, degli uffici comunali al pubblico e del mercato”.