- Dubbi sulla veridicità dei dati relativi al Covid19
- L’ex assessore all’Agricoltura solleva perplessità dopo lo scandalo sulla sanità
- Proposto un nuovo sistema di tracciamento
Il terremoto giudiziario sulla sanità, culminati con i 3 arresti e le dimissioni dell’assessore alla Salute, Ruggero Razza, ha scatenato tante perplessità sulla veridicità dei dati sul Covid19 in Sicilia.
Il caos alla Regione
Se è vero, come emerge nell’inchiesta della Procura di Trapani, che la raccolta sul numero dei positivi è stata approssimativa e disorganizzata, al punto da mettere in condizione gli indagati di “spalmarli”, il dubbio è che si continuino a sfornare dati poco credibili con il rischio di affrontare l’emergenza sanitaria con parametri sbagliati.
Dati veri o falsi?
A lanciare la pietra nello stagno è l’ex assessore regionale all’Agricoltura, Ezechia Paolo Reale, leader del Centrodestra siracusano. “Dai discorsi vani della politica politicante, tra insulti, dimissioni, richieste di dimissioni e repliche accorate manca l’unica cosa che può essere di interesse pubblico: nessuno dice o sa dire quali sono i dati veri e, quindi, se e quanto falsi siano i dati comunicati sino a oggi” dice l’ex assessore regionale.
“Eppure è l’unica notizia rilevante per i cittadini, quella necessaria a capire non solo cosa è accaduto ma cosa potrà accadere. A noi cittadini importa poco sapere come finirà l’indagine giudiziaria e quali saranno le conseguenze politiche, ci serve conoscere il dato vero” aggiunge Reale.
Correggere gli errori
L’ex assessore regionale mette il dito sulla piaga e chiede se, dopo lo scandalo giudiziario, si è imboccata una nuova strada. “Qualcuno sta studiando – si chiede Reale – un metodo che dia certezza che eventuali errori non possano ripetersi in futuro ? È veramente così difficile il controllo sulla raccolta dei dati Covid19 ? Sui grandi numeri certamente si, ma a livello locale certamente no perchè parliamo comunque di percentuali fortunatamente bassissime dell’intera popolazione residente in un territorio”.
Nomi e dati
“E se a livello locale i numeri fossero verificati come nomi ? Non sarebbe tutto più semplice ? Non dovrebbe anzi essere doveroso il tracciamento del singolo individuo al fine di contenere l’epidemia ? ” propone Reale. Che aggiunge: “Soggetti pubblici, tenuti al segreto, che gestiscano l’elenco nominativo dei positivi con la conseguente evoluzione in guariti, ricoverati e deceduti non mi sembra impresa impossibile, ma anzi doverosa”.
Tracciamento necessario
“Il naufragio dell’app “immuni” non è una buona ragione per rinunziare all’individuazione personale e al tracciamento dei soggetti che hanno avuto la sfortuna di contrarre la malattia. Si era detto da parte di tutti gli esperti che individuazione e tracciamento sono le prime armi di contrasto all’epidemia. Che fine hanno fatto ?” conclude Reale.
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