I giudici della Corte dei Conti presieduta da Luciana Savagnone hanno condannato l’ex sindaco di Pachino (Sr) Paolo Bonaiuto a risarcire il comune con 326 mila euro per alcuni incarichi illegittimi conferiti durante il mandato.
Le indagini erano iniziate dopo le segnalazioni da rappresentanti sindacali, consiglieri comunali e anonimi privati.
Sotto la lente del procuratore della Corte dei conti sono finite le retribuzioni aumentate a dipendenti o incarichi a consulenti che affiancavano impiegati comunali creando di fatto dei doppioni inutili. Come il caso del responsabile del servizio di prevenzione e protezione sui luoghi di lavoro.
Il consulente nominato, come accertato dal procuratore, è stato rinnovato otto volte. In comune c’era un dipendente che “idoneamente formato dall’amministrazione comunale – si legge nella sentenza – in materia di sicurezza del lavoro avendo regolarmente frequentato il corso di specializzazione in materia di sicurezza del lavoro e superato l’esame finale conseguendo il relativo attestato di abilitazione”.
La procura ha contestato inoltre la nomina di consulenti per incarichi che non erano diretti a soddisfare esigenze straordinarie, né richiedevano competenze specialistiche. Le nomine non erano state precedute dalla ricognizione delle risorse umane interne.
Nel caso dell’attività di sistemazione, catalogazione e inventariazione dell’archivio cartaceo, l’incarico era stato poi reiterato quattro volte.
“Il comportamento del sindaco Paolo Bonaiuto – dicono i giudici nella sentenza – prescinde dal quadro normativo e si pone in frontale contrasto con i principi di buon andamento e di economicità dell’azione amministrativa”.
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