- Scuole chiuse a Carlentini
- Il sindaco ha firmato un’ordinanza
- Provvedimento fino al 31 gennaio
Scuole chiuse per un’altra settimana a Carlentini, il Comune a nord di Siracusa. Al sindaco, Giuseppe Stefio, non piacciono ancora i numeri dei contagi e dopo essersi consultato con l’Asp di Siracusa ha firmato un’altra ordinanza.
L’ordinanza
“Con ordinanza sindacale – dice il
sindaco di Carlentini – ho disposto la proroga degli effetti della precedente Ordinanza sulla chiusura delle scuole. In particolare la sospensione delle attività in presenza di tutte le scuole, di ogni ordine e grado, pubbliche e private, durerà fino al 31 gennaio 2021″.
Avola e Portopalo
Riaprono le scuole, invece, negli altri due Comuni del Siracusano rimaste chiuse la settimana scorsa: gli studenti di Avola e
Portopalo, quelli delle elementari e della prima media, torneranno in classe. “Abbiamo pagato a caro prezzo quel periodo – dice il sindaco di Avola Luca Cannata – e questo vuol dire che non sono state le scuole ad avere veicolato il virus, quanto la violazione delle regole per il contenimento dell’emergenza sanitaria. Serve ricordare sempre le norme anti Covid19: distanziamento e mascherine. Stiamo potenziando i controlli – dice ancora il sindaco di Avola, Luca Cannata – infatti nei giorni scorsi la Polizia municipale ha sanzionato e denunciato all’autorità giudiziaria una persona che sebbene fosse positiva è stata trovata per le vie del paese”.
“Riapriamo tutto”
I docenti appartenenti ai Cobas sostengono, invece, che le scuole vanno aperte, tutte. E nel pomeriggio manifesteranno davanti all’Ufficio scolastico provinciale di Siracusa. Propongono la riduzione degli alunni per classe e l’assunzione immediata dei precari della scuola. “L’ emergenza – spiegano i Cobas – che ha mostrato la condizione disastrosa della scuola pubblica italiana portandola all’interruzione delle lezioni (o al forte depotenziamento attraverso la DAD) e di fatto alla perdita del diritto costituzionale – concludono i docenti iscritti ai Cobas – all’istruzione per un’intera generazione che ne sta subendo, anche psicologicamente, i danni” spiegano i docenti dei Cobas”.
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