Il senatore del Pd, Antonio Nicita, ha presentato una interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno in merito alle gravi condizioni in cui si trovano i migranti ospiti del centro di accoglienza per minori che si trova a Rosolini, nel Siracusano.
Le condizioni del Centro
Nella struttura, aperta nell’agosto scorso per fronteggiare l’emergenza sbarchi in Sicilia, 180 persone a fronte dei 50 posti disponibili, con picchi fino a 210 presenti nei periodi di maggior crisi, “cui non è fornito un adeguato approvvigionamento idrico idoneo, con solo cinque docce e una distribuzione di acqua per sole tre ore al giorno, inoltre i minori dormono su brandine, non sono disponibili spazi comuni per la mensa né per svolgere attività educative e ricreative” spiega il senatore del Pd, Antonio Nicita.
Minori senza assistenza
Secondo le informazioni fornite dall’esponente del Pd, i minori sarebbero finanche privi di coperte, vestiti e prodotti igienici in quantità sufficiente, non risulterebbe garantita un’adeguata assistenza psicologica, “benché molti dei minori accolti abbiano subito gravi traumi e in alcuni casi portino sul corpo i segni delle torture subite e versino in uno stato depressivo”
Manca supporto legale
L’altro aspetto sollevato dal senatore autore dell’interrogazione insieme Furlan e Rando, è la presunta mancanza di supporto legale ai minori. A quanto pare, non avrebbero ancora avuto la possibilità “di nominare un tutore, di
presentare la richiesta del permesso di soggiorno per minore età, ovvero la domanda di protezione internazionale. I minori vivono in condizioni tali da prefigurare una violazione del divieto di trattamenti inumani e degradanti di cui all’articolo 3, della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo”.
Nell’interrogazione, si chiede di sapere “quali iniziative necessarie ed urgenti il Ministro dell’interno intenda intraprendere al fine di garantire che ai minori presenti presso la struttura di primissima accoglienza di Rosolini siano immediatamente garantite condizioni di accoglienza tali da rispettare i diritti fondamentali loro riconosciuti dalla normativa nazionale e sovranazionale”
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