Parla di un attacco alla democrazia il parlamentare regionale del Mpa, Giuseppe Carta, dopo la decadenza del Consigli comunale di Solarino a seguito delle dimissioni di 6 consiglieri su 12, sollecitate dal sindaco, Giuseppe Germano. In questo modo, il primo cittadino governerà, fino alla scadenza del suo mandato, che si concluderà tra 3 anni e mezzo, senza il Consiglio, sostituito già da un commissario inviato dalla Regione.
“Dimissioni del Revisore e del commissario”
E proprio sul commissario regionale, Pio Guida, che si concentra l’affondo del deputato regionale del Mpa, in quanto ritenuto amico del sindaco di Solarino. “Il commissario nominato dalla Regione è un caro amico del primo cittadino, questo lo apprendiamo da un video postato dal sindaco stesso. Questi elementi sono più che sufficienti per chiedere a gran voce il rispetto della democrazia e della imparzialità lesa a Solarino” spiega il deputato regionale autonomista.
Il sindaco sul commissario
In merito al rapporto tra il sindaco di Solarino ed il commissario, lo stesso primo cittadino, nell’intervista rilasciata a BlogSicilia, ha precisato di “conoscere Guida, con cui c’è un rapporto di cordialità istituzionale”, per cui “sono contento del suo arrivo perché è persona perbene”.
“Si dimetta anche Revisore”
Il parlamentare regionale del Mpa ne ha anche per il Revisore dei conti del Comune di Solarino anche lui indicato come vicino al sindaco.
“Dopo le dimissioni dei consiglieri sgraditi al sindaco Giuseppe Germano, assistiamo – dice Carta – alla nomina del revisore dei conti, scelto da un software elettronico che ne sancisce la genuinità dell’elezione, ma che fortunatamente o malauguratamente (non sta a noi dirlo) estrae un dirigente del partito dove il sindaco è vicesegretario regionale (Noi moderati ndr). Senza voler insinuare dubbi sulla correttezza delle operazioni riteniamo che sia doveroso chiedere che questo sia sostituito con una persona super partes, che non abbia vincoli amicali o di partito con il sindaco”.
L’interrogazione
Carta, prima della decisione del presidente della Regione di firmare il decreto di decadenza del Consiglio comunale, aveva presentato una interrogazione parlamentare. In questa, affermava, citando l’interpretazione di una norma regionale, che si sarebbe dovuto procedere alla surroga dei consiglieri dimessi, cioè con la sostituzione di quelli arrivati immediatamente dopo nelle rispettive liste. Una argomentazione che, però, è stata cassata dall’amministrazione regionale. E’ stato annunciato, però, un ricorso al Tar contro il decreto di Schifani.
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