E’ stato fissato per domani, al palazzo di giustizia di Siracusa, l’interrogatorio di Vincenzo Parlato, il sindaco di Sortino coinvolto in una inchiesta della Procura di Siracusa e sottoposto al divieto di dimora nel suo Comune.
Due Comuni senza sindaco
Per effetto della legge Severino, è stato sospeso e così il suo posto è stato preso dal vicesindaco ma nel corso dell’udienza di domani, davanti al Gip, il capo dell’amministrazione di Sortino potrà chiarire la sua posizione e magari “strappare” la revoca della misura cautelare, altrimenti dovrà presentare ricorso al Tribunale del Riesame di Catania.
Sindaco di Priolo resta ai domiciliari
Cosa che ha fatto, senza, però, grandi risultati il sindaco di Priolo, Pippo Gianni, la cui istanza, presentata dal suo legale, Ezechia Paolo Reale, lo stesso che assiste Parlato, è stata rigettata dai giudici.
L’avvocato di Gianni non esclude la possibilità di un ricorso in Cassazione ma prima dovrà leggere le motivazioni espresse dal Riesame. Fatto sta che sono già due i sindaci del Siracusano che non possono esercitare le loro funzioni da amministratori, almeno fino a quando sarà mantenuta dall’autorità giudiziaria la misura cautelare.
Le accuse a Parlato
Secondo la tesi della Guardia di finanza di Siracusa, Vincenzo Parlato, nel mese di ottobre 2020, avrebbe falsificato l’esito della procedura selettiva per la nomina del revisore contabile del Comune, che dev’essere svolta mediante sorteggio secondo quanto previsto dalla normativa regionale E’ indagato di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e abuso d’ufficio.
L’analisi del video della seduta consiliare durante la quale si è tenuto il sorteggio hanno permesso di acclarare come il sindaco, chiamato ad estrarre il bigliettino dall’urna, avesse già un foglietto bianco tra le mani.
Le accuse a Gianni
Gianni è accusato di aver minacciato due grosse aziende del Petrolchimico di Priolo di disporre dei controlli negli stabilimenti, allo scopo di rallentare l’attività produttiva, se non avessero provveduto all’assunzione di persone a lui vicine ed all’assegnazione di una commessa ad una ditta locale. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ha rigettato questa tesi, affermando di aver avanzato quelle richieste ma senza le minacce e nel solo nell’interesse della sua comunità
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