I carabinieri del Nas di Ragusa, al termine di alcune ispezioni in case di riposo e centri di assistenza per disabili, hanno riscontrato delle irregolarità che hanno indotto il Comune di Siracusa a disporre la sospensioni per due attività.
Secondo quanto emerge nella relazione dei militari, le violazioni hanno interessato il “mancato rispetto dei requisiti organizzativi funzionali, l’omessa attuazione dei protocolli di contenimento Covid19 e le procedure del sistema Haccp mentre in una seconda comunità alloggio per anziani si è riscontrato il mancato rispetto dei requisiti organizzativi e funzionali e l’aver arbitrariamente aumentato la capacità ricettiva della struttura” fanno sapere dal comando provinciale di Siracusa.
I carabinieri, al termine dei controlli hanno constatato violazioni amministrative per oltre 5 mila euro, che i trasgressori dovranno obbligatoriamente pagare per riprendere l’attività, oltre a sanare quelle irregolarità riscontrate dai Nas. ” Le ispezioni sono state – spiegano dal comando provinciale dei carabinieri di Siracusa – finalizzate alla verifica delle condizioni igienico-sanitarie, organizzative e di lavoro sia degli ospiti sia del personale delle strutture e, soprattutto, se le misure finalizzate al contenimento della diffusione del Covid19 fossero osservate nel rispetto delle normative vigenti”.
Dipendenti costretti a lavorare nonostante la positività al covid, dispositivi di protezione mancanti e sanificazione dei locali assente. Sarebbe scoppiato così il focolaio, nell’ottobre del 2020 all’interno della Rsa “Casa del Sorriso” di Trapani. La denuncia arriva da tre lavoratori della struttura, una addetta alla lavanderia e due operatori socio sanitari, che, assistiti dall’avvocato Alessio Cugini, hanno presentato un esposto presso alla Procura.
Nel documento, abbastanza dettagliato, i tre evidenziano come a innescare il focolaio sarebbe stata la positività di una dipendente, che sarebbe stata nascosta dalla titolare e legale rappresentante della società. Il risultato è stato un contagio a catena che ha coinvolto anche i familiari dei tre dipendenti ma non solo, dei 17 anziani ospiti, cinque sono deceduti all’interno dell’Rsa, altri tre invece al covid hospital di Marsala.