Da anni si parla della separazione della carriere dei magistrati, tra funzione di pubblico ministero e giudice, scatenando un dibattito molto acceso.
Quando, però, a sollecitarla è un magistrato la vicenda assume un contesto diverso perché tradizionalmente sono i “togati” ad essere contrari a questa ipotesi.
Il libro del pm Bono
Gaetano Bono, ex pm della Procura di Siracusa ed ora in servizio alla Procura di Caltanissetta, sembra davvero una mosca bianca e la sua analisi l’ha affidata ad un libro, dal titolo “Meglio separate”, edito da “Le lettere”, in libreria da oggi, che sarà presentato a Siracusa venerdì alle 16 al palazzo di giustizia di Siracusa.
“Tempi maturi per la separazione delle carriere”
“Oggi i tempi sembrano maturi per arrivare a quella separazione delle carriere di cui si discute da almeno trent’anni, alla quale i magistrati sono da sempre unanimemente contrari, quantomeno nel pubblico dibattito. Ma è proprio un magistrato che – analizzando il tema senza pregiudizi, disvelando dall’interno i meccanismi di funzionamento degli uffici giudiziari e avanzando proposte originali – cerca di superare ogni dogmatismo e di far comprendere quale sia la vera posta in gioco che sta dietro le diverse tesi favorevoli e contrarie alla separazione delle carriere”.
“Il volume “Meglio separate” ambisce a essere – continua il pm Bono – una cartina di tornasole da utilizzare per valutare se le riforme, presenti e future, siano rispettose dei fondamenti della nostra democrazia oppure se rechino insidie che potrebbero aprire la strada a derive illiberali o autoritarie. Risulterà chiaro che la separazione delle carriere potrà avere molteplici effetti positivi – tra cui un miglioramento nella specializzazione di giudici e pubblici ministeri e una maggiore coerenza con l’idea di processo accusatorio – a condizione che essa venga inserita in un più ampio contesto di riforma e modernizzazione del sistema giudiziario e che vengano salvaguardate le attuali garanzie costituzionali della magistratura, nonché l’indipendenza del PM dal potere politico e la sua cultura della giurisdizione”.
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